ANDREA SPINELLI
Cronaca

Dal Dodi Day a Perle, il mio racconto / FOTO

Battaglia in redazione fra il cd sull’evento di Bellaria e il nuovo tour

Dodi Battaglia nella redazione de Il Giorno

Milano, 5 ottobre 2018 - Tanta voglia di loro. In redazione al Giorno per presentare il suo nuovo album dal vivo “Dodi Day”, Battaglia non nasconde la nostalgia dei Pooh. Delle ventisei canzoni con cui lo scorso primo giugno, giorno del suo 67° compleanno, ha festeggiato a Bellaria-Igea Marina cinquant’anni di carriera, ventitré affioravano dal magico repertorio, affidate in buona parte ad uno stuolo di altri amici (per sempre) come Marco Masini, Gigi D’Alessio, Fio Zanotti, Silvia Mezzanotte, Enrico Ruggeri, Maurizio Solieri, Luca Carboni, Mario Biondi. Il doppio album è il documento di quella serata. 

Soddisfatto di questo compleanno molto speciale? «Durante l’ultimo tour dei Pooh è un’idea che mi passava per la testa ogni volta che andavo in scena, perché stavamo festeggiando i cinquant’anni della band, ma in realtà io, essendo entrato due anni dopo la fondazione, ne avevo fatti solo quarantotto. Così mi sono promesso di festeggiare pure i miei cinquant’anni di musica. E l’ho fatto con 26mila persone arrivate perfino dalla Sicilia e dalla Calabria». Un evento unico. «Sì, perché i Pooh non hanno mai fatto grandi collaborazioni eccetto il brano con Dee Dee Bridgewater, quello con la Vanoni e quello con Tozzi, Ruggeri, Raf e Ramazzotti. Esperienza bellissima». Ha festeggiato i 50 anni di musica, ma in realtà erano 62 perché ha iniziato a suonare a 5 anni. «Ho iniziato suonando la fisarmonica con un altro bambino prodigio quale Zanotti. Eravamo i fenomeni del rione, quando un giorno, attorno ai 14 anni, sono entrato in un negozio e ho sentito un juke-box che suonava un brano degli Shadows e ho capito quale sarebbe stata la mia vita». Il Dody Day era un evento, ma ora c’è il tour di “Perle”. «Per chi non lo sapesse, ‘Perle’ è un concerto con i brani dei Pooh che amo, ma che, per una ragione o per l’altra, non abbiamo quasi mai eseguito dal vivo. Parlo di cose come ‘Vienna’, ‘Classe ‘58’, ‘Cercami’, ‘Aria di mezzanotte’, ‘Orient Express’, ‘Linda’, ‘Cara bellissima’, ‘A un minuto dall’amore’, ‘Un caffè da Jennifer’. O, ancora, quella ‘Padre del tuono padre del fuoco padre del nulla’ in cui penso che Valerio Negrini abbia messo tutto del suo talento d’autore». Potendo avere chiunque, chi avrebbe voluto aggiungere al gruppo del “Dody Day”? «Ho sempre considerato Claudio Baglioni il migliore di tutti noi; quello che canta meglio, che compone meglio, che suona meglio. È pure un bell’uomo… che gli vuoi dire? Pure Vasco, con cui ho collaborato, è un grandissimo artista. Ma per me è stato bellissimo avere Stefano D’Orazio; una dimostrazione, la sua, di grande amicizia».