ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Movida, gestori al contrattacco: "I divieti così sono assurdi. Bere seduti nei dehors è più sicuro che in strada"

Carlo Squeri, segretario Epam: il provvedimento colpisce unicamente noi. "Chi infrange le prescrizioni continuerà, magari si farà portare l’alcol dai rider"

Carlo Squeri

Carlo Squeri

Milano – «Bisognerebbe ripristinare la legalità, soprattutto in certi luoghi, prima di aggiungere nuovi divieti, e basterebbe riuscire a far rispettare le norme già esistenti. Questo è un provvedimento inutile, che mette nel mirino i soli pubblici esercizi, che sembrano l’unico assillo di questa amministrazione, senza riuscire a risolvere i problemi della sicurezza in strada né tantomeno perseguire l’obiettivo dichiarato di garantire il riposo dei residenti". Boccia senza appello l’ordinanza-coprifuoco che regolamenta orari dell’asporto e dei dehors nelle 12 zone più calde della movida Carlo Squeri, segretario di Epam, l’associazione provinciale milanese pubblici esercizi legata a Confcommercio. Eppure, rispetto alla bozza iniziale, qualche modifica che viene incontro alle osservazioni della categoria è stata introdotta: il divieto dei dehors è stato posticipato dall’una di notte nei giorni feriali (invece che da mezzanotte e mezza) e dalle 2 nei weekend (invece che dall’1.30), ed è stato tolto il divieto per gli alimenti.

Non basta per tutelare «la libertà di aggregazione e lo sviluppo di impresa degli esercizi commerciali» come ha scritto in una nota il Comune?

"Mezz’ora in più di dehors? No, i plateatici dovrebbero rimanere sempre aperti, non solo nel weekend. Per i turisti che rimangono solo qualche giorno è incomprensibile la chiusura all’una nei giorni feriali, come per gli universitari abituati ad uscire il giovedì. Queste regole se la prendono con la clientela seduta ai tavolini, quella più “tranquilla“, che non crea problemi e non disturba, con qualche eccezione che può essere immediatamente gestita dal personale del locale. I dehors sono luoghi controllati e sicuri per i cittadini. Senza contare la difficoltà pratica per i gestori di far sloggiare il pubblico dai plateatici: anche se si fanno alzare le persone non si può travasare il contenuto del loro cocktail in un bicchiere di plastica perché si viola la norma dell’asporto, un pasticcio".

E sulle regole dell’asporto quali critiche solleva?

"La nuova normativa fa un baffo a chi non è abituato a rispettare le regole. L’ordinanza istituisce il divieto d’asporto di bevande alcoliche per i locali ma non inibisce con ulteriore divieto il consumo degli avventori in strada fino a tardi, che contribuisce in maniera significativa a risse, stati di manifesta ubriachezza, abbandono di rifiuti. Non c’è nessun punto del provvedimento che vieta alle persone di fare la scorta alcolica in un minimarket entro le 11.59 e di rimanere fino a tardi sul marciapiede o di farsi consegnare da un rider una cassa di birra. O ancora di aggirare il divieto portando sacchetti pieni di bottiglie da casa. Ancora più paradossale: dato che le regole si applicano entro un perimetro stabilito nelle 12 aree scelte che non corrisponde però alla concentrazione dei locali, è sufficiente attraversare la strada perché i divieti, incluso quello d’asporto, non esistano più".

Quindi qual è la soluzione?

"Bisognerebbe fare come a Genova: vietare il consumo di bevande alcoliche nelle aree pubbliche e aperte al pubblico mantenendo, invece, possibile la consumazione all’interno dei pubblici esercizi, nelle immediate pertinenze dei locali e nei dehors, che devono essere riconosciuti come presidi di legalità".