"Disabili discriminati dal Comune" Via Vivaio, parte la battaglia legale

Gli avvocati di 40 famiglie scrivono a Palazzo Marino: "Stop al trasloco della scuola entro 15 giorni". In caso contrario, i genitori degli alunni presenteranno una causa civile contro l’amministrazione Sala

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di Simona Ballatore e Nicola Palma

I genitori della scuola di via Vivaio non si fermano. E sono pronti a presentare una causa civile contro l’amministrazione, accusandola di discriminazione per motivi di disabilità. Il primo passaggio formale è stato fatto: otto giorni fa, i legali Barbara Legnani e Gaetano De Luca, che rappresentano 40 famiglie, hanno inviato una lettera al sindaco Giuseppe Sala per chiedere l’immediata "cessazione della condotta discriminatoria contestata attraverso la revoca della decisione di trasferire la sede della scuola di via Vivaio presso la sede di viale D’Annunzio". Ultimo atto di un muro contro muro che va avanti da mesi, da quando il Comune, alla scadenza del 31 dicembre 2021 del contratto d’affitto con l’Istituto dei Ciechi (giudicato troppo oneroso), ha deciso di non rinnovare l’accordo di locazione nella struttura in pieno centro. Le alternative proposte (tra gli edifici di proprietà del Comune) sono state tutte bocciate da mamme e papà, compresa quella di viale D’Annunzio che alla fine è stata scelta come nuova sede della media di via Vivaio. I genitori, supportati dalla preside Laura Lucia Corradini e dal Consiglio d’Istituto, non hanno mai accettato il trasferimento lì. E hanno deciso di passare alle vie legali. L’incipit della missiva degli avvocati Legnani e De Luca è dedicato all’unicità dell’istituto, che negli anni è riuscito a realizzare un progetto di "coeducazione e integrazione tra allievi normodotati e alunni con disabilità", mantenendo standard altissimi certificati anche dai "risultati straordinari nelle prove Invalsi, collocandosi stabilmente sopra la media cittadina, regionale e nazionale, in tutte le materie oggetto di valutazione". Per le famiglie, il trasloco decreterebbe la fine di un’esperienza che ha fatto dell’inclusione la sua cifra distintiva. Poi si passa all’elenco delle criticità presentate dall’edificio di viale D’Annunzio: dall’ubicazione in una strada "ad elevato traffico di scorrimento" alla presenza di un solo ascensore per tre piani, dalla mancanza di un cortile adeguato "per gli studenti con difficoltà motoria" alla mensa con dimensioni ridotte.

Quindi, i genitori chiedono lo stop al trasferimento e l’apertura di un tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti. La conclusione include un ultimatum: "Concediamo il termine di 15 giorni dal ricevimento della presente (la deadline è fissata per lunedì prossimo, ndr), decorso inutilmente il quale i genitori dei minori in condizioni di disabilità da noi assistiti si riterranno costretti a valutare iniziative in sede giudiziaria, al fine di ottenere tutti i provvedimenti, anche cautelari, necessari a rimuovere il pericolo di pregiudizio e la discriminazione ai danni dei giovani alunni della scuola di via Vivaio". Fino a ieri, fa sapere l’avvocato Legnani, non era arrivata alcuna risposta.

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