Diktat sul centro Carraro "183mila euro agli esclusi"

La Gianfelici fu eliminata ingiustamente dalla corsa per restaurare l’impianto. Ora i giudici danno l’ultimatum al Comune: 120 giorni di tempo per saldare.

Diktat sul centro Carraro  "183mila euro agli esclusi"

Diktat sul centro Carraro "183mila euro agli esclusi"

Il Comune ha 120 giorni per risarcire la ditta Gianfelici, ingiustamente esclusa dalla corsa per la riqualificazione del centro Carraro. Nella sentenza del Consiglio di Stato, la seconda sul tema, è anche indicata la cifra da versare: 183.233,73 euro. Il nuovo pronunciamento si è reso necessario perché l’amministrazione non ha dato seguito a quello dell’anno scorso che aveva già disposto di versare il dovuto all’azienda penalizzata. Andiamo per ordine. La vicenda inizia il 19 marzo 2018, quando piazza Scala pubblica il bando per il restyling dell’impianto sportivo di via dei Missaglia, per anni punto di riferimento per bambini e ragazzi della periferia sud. Il piano prevede la sistemazione del campo di calcio a 11 con rigenerazione del manto in erba naturale e della pista di atletica, la realizzazione di coperture per le tribune, l’installazione di un impianto fotovoltaico e la posa di una parete per l’arrampicata sportiva. All’appello si presentano cinque concorrenti, tra cui l’impresa individuale Dicataldo Sabino e un raggruppamento di imprese guidato da Gianfelici ditta individuale (sostituita il 15 maggio 2018 da Gianfelici srl). Cinque mesi dopo, il Comune aggiudica la gara a Dicataldo, ma Gianfelici presenta ricorso e ottiene dal Tar la sospensiva. A quel punto, il Comune rivaluta i punteggi delle offerte tecniche e nel 2019 annulla d’ufficio l’assegnazione a Dicataldo in favore di Gianfelici. Tuttavia, le verifiche sui requisiti fanno emergere presunte irregolarità fiscali relative agli anni di imposta 2012, 2013 e 2014 da parte della ditta che ha lasciato il posto a Gianfelici. Quest’ultima viene così esclusa, con segnalazione all’Anac. E l’appalto ripassa a Dicataldo. In primo grado, il 9 dicembre 2020, il Tar dà ragione al Comune, ritenendo accertate la violazione fiscale e le false dichiarazioni.

Un mese dopo, i lavori vengono affidati a Dicataldo. Nel frattempo, Gianfelici presenta appello al Consiglio di Stato, che il 7 marzo 2022 dà ragione agli esclusi: per i giudici, gli avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate sono stati notificati all’impresa individuale Gianfelici Maurizio il 25 ottobre 2018 e il 6 febbraio 2019, in un’epoca successiva sia al momento della presentazione della domanda di partecipazione alla gara sia al momento della cessazione dell’attività. In ogni caso Gianfelici srl, subentrata in un secondo momento, non ha mai avuto nulla a che fare con quelle pendenze. Da lì la decisione di stabilire un risarcimento, visto che i cantieri sono in fase avanzata. Peccato che il Comune non abbia mai pagato. Così la ditta è stata costretta a rivolgersi ancora ai giudici, per vedersi riconoscere i 183mila euro, l’equivalente dell’utile sfumato (il 9% dei 2 milioni di euro offerti in gara su una base d’asta di 2,6 milioni). Nicola Palma

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