Derivati Mps, ricorso contro le assoluzioni

La procura di Milano in Cassazione per riformare la sentenza d’appello che ha cancellato le condanne degli ex vertici Mussari e Vigni

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La procura generale di Milano ha impugnato in Cassazione la sentenza con cui la Corte d’Appello lo scorso maggio ha assolto tutti gli imputati, dall’ex presidente di Banca Mps Giuseppe Mussari all’ex direttore generale Antonio Vigni fino ai manager delle banche Deutsche Bank AG, la sua filiale londinese e Nomura, nel processo sul caso derivati al Monte dei Paschi. Con al centro le presunte irregolarità nelle operazioni di finanza strutturata, Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate da Rocca Salimbeni tra il 2008 e il 2012 per coprire, questa era l’ipotesi dei pm e della sentenza di primo grado chiusasi con condanne pesanti, le perdite dovute all’acquisizione di Antonveneta.

A firmare il ricorso per chiedere di riformare e ribaltare la sentenza di secondo grado è stato il sostituto pg milanese Gemma Gualdi, che a gennaio aveva chiesto di condannare le 13 persone fisiche e le 3 giuridiche (Mps, Deutsche Bank e Nomura, appunto) con lievi sconti rispetto alle pene inflitte dal Tribunale per la via della prescrizione di alcuni fatti.

Il sostituto procuratore in appello aveva proposto anche la conferma delle confische milionarie ai danni degli imputati e delle società. Invece i giudici della seconda sezione, presieduti da Angela Scalise, hanno deciso di assolvere, in gran parte nel merito, i 16 imputati e di revocare sia le confische disposte in primo grado di 88 milioni per Nomura e di 64 milioni per Deutsche Bank, imputata assieme alla London Branch, sia le pene accessorie. Solo per alcuni episodi precedenti all’agosto 2011 hanno dichiarato il non luogo a procedere in quanto prescritti.

Le sentenze di assoluzione impugnate dalla procura milanese sono state motivate, a fine ottobre, da ben 1.540 pagine stilate dai giudici di secondo grado. Per il collegio presieduto da Angela Scalise, "la contabilizzazione a saldi aperti attuata dal Monte dei Paschi di Siena con riguardo alle operazioni Alexandria e Santorini non ha violato alcun ‘criterio di valutazione’ previsto dalla normativa, ma, all’opposto, si è uniformata ai criteri generalmente accettati ed applicati dagli operatori del mercato dell’epoca, nonché validati dalle autorità in materia di vigilanza e contabili nazionali e sovrannazionali". E’ uno dei punti cruciali di quella sentenza, assieme al fatto che quei prodotti finanziari di Deutsche Bank e Nomura erano usati da tante banche.

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