SIMONA BALLATORE
Cronaca

Dave, 100 e lode in Informatica e ora lo aspetta il Politecnico. Mamma badante e papà operaio dalle Filippine a Milano per un futuro migliore: “Qui ho scoperto l’amore per lo studio”

Dave Ansel Torres conquista la maturità al Feltrinelli a pieni voti e ha le idee già molto chiare: “Non mi fido molto dell’Intelligenza artificiale, cerco le fonti”. Il lavoro è alle porte, “ma voglio imparare di più”

Dave al termine della prova orale con il presidente di commissione Michele Petrocelli

Dave al termine della prova orale con il presidente di commissione Michele Petrocelli

Milano, 28 giugno 2025 – Cento e lode in Informatica, sguardo già proiettato verso l’università: Dave Ansel Torres, 18 anni, chiude la maturità all’istituto Feltrinelli. È nato a Milano, i suoi genitori sono originari delle Filippine. “E sono venuti qui per assicurare un futuro migliore a me e a mio fratello”, racconta. “Questo cento e lode è un bel segnale di integrazione riuscita, con un giovane preparato che resterà a studiare e a lavorare in Italia”, sottolinea il presidente di commissione, Michele Petrocelli, docente di Diritto al Vespucci. 

Dave al termine della prova orale della maturità con il presidente di commissione Michele Petrocelli
Dave al termine della prova orale della maturità con il presidente di commissione Michele Petrocelli

Dave, un risultato atteso?

“Non proprio, puntavo al cento con i cinque punti di bonus perché avevo i voti alti ma temevo la prova di italiano. Invece con Pasolini è andata benissimo”.

Lo avevate studiato?

In realtà no, non l’avevamo letto in classe. Ma mi è piaciuto molto il tema della natura”.

E le altre prove?

“Per il secondo scritto abbiamo creato un database relazionale. All’orale mi sono trovato davanti un treno: sono partito da Primo Levi per poi parlare di seconda rivoluzione industriale e di architetture di sistemi”.

Com’è nato l’interesse per l’Informatica?

“Alla fine della terza media. Non ero ancora sicuro, mi interessavano molto la musica e l’arte. C’erano alcuni miei compagni che volevano iscriversi a Informatica, uno di loro mi ha prestato un libro che spiegava cosa significa programmare e ho deciso: è quello che voglio fare”.

Scelta azzeccata?

“Sì. Abbiamo iniziato in 25, siamo arrivati in 10. Non è così semplice e alcuni dopo la maturità cambieranno strada perché hanno capito che non sono portati. Io mi sono già immatricolato al Politecnico di Milano in Ingegneria Informatica. Alle medie pensavo di non volere continuare a studiare dopo il diploma”.

Cosa le ha fatto cambiare idea?

Abbiamo organizzato delle uscite con la scuola per conoscere meglio le università italiane ed estere. Ho capito che faceva per me”.

Il lavoro c’è, vi aspetta, ma cosa significa per lei andare all’Università?

“Penso che in questo lavoro ci siano tante imprese che vogliono i neodiplomati per potere dare loro esperienza e farli diventare subito “senior“. Ma anche se col lavoro si partirà un po’ più tardi penso che con l’università si apriranno più porte. E poi mi piace studiare, lo faccio soprattutto per quello”.

Anche perché è una materia che cambia così velocemente: non si smette mai di studiare.

“È vero. In prima e seconda non parlavamo così tanto di Intelligenza artificiale...”.

Da informatico, come vede la sfida dell’IA?

Non mi fido troppo. Infatti preferisco NotebookLM a ChatGpt, ovvero quella tipologia di IA in cui inserisci le fonti prima di interrogarla. Non ti dà a tutti i costi risposte se non le ha”.

Altre passioni?

“Cantare: è quello che ho fatto appena finita la maturità, mi piace il pop-americano. Non canto in un coro o in una band, ma è una passione tutta mia. E poi creare dolci in casa: ho iniziato con mia mamma, durante la pandemia, aiutandola con le crostate. Creare dolci mi aiuta a liberare la mente”.

A chi dedica questo diploma?

“Sicuramente ai miei genitori ma anche ai professori che ho avuto in questo percorso, che ci hanno capito e fatto appassionare dello studio: sono stato molto fortunato”.

Il futuro migliore di cui parlavano i suoi genitori passa dalla scuola: questa lode dà loro ragione?

“Credo proprio di sì. I miei si sono conosciuti e sposati nelle Filippine. Mia mamma è arrivata qui per prima, fa la badante. Mio papà nel 2000, è operaio, ripara attrezzi per gli ospedali. Hanno creato a Milano la loro famiglia e pensato al futuro mio e di mio fratello. Adesso siamo entrambi diplomati”.

Dove vede il suo futuro?

“Qui. Andrò all’università e parallelamente lavorerò: mi piace programmare e creare reti”.