Cambista abusivo ucciso, la dark lady Xu sotto accusa tace

Il pm chiede il giudizio immediato per l'omicidio lo scorso novembre

Xu Linghua, 38 anni

Xu Linghua, 38 anni

Milano, 20 agosto 2017 - Al processo arriverà in manette. Per l’accusa, Xu Linghua è un’assassina dagli occhi di ghiaccio. A fine novembre avrebbe ucciso a sangue freddo e con un solo colpo di pistola Xue Chenxiang, 32 anni, un cambista abusivo con ufficio in via Sarpi, per portargli via 400mila euro e andarseli a giocare al casinò in Slovenia. Con i soldi e con gli uomini, del resto, era abituata a giocare. Affascinante 38enne in carriera, ufficialmente titolare di un centro estetico, stando alle sue stesse parole la dark lady di Chinatown in realtà faceva affari con ricchi imprenditori cinesi che a Milano comprano e vendono. E, soprattutto, li accompagnava nei casinò di mezza Europa portandolo loro fortuna e accettando poi generose ricompense. I soldi sottratti al cambista Chenxiang - sostiene Xu - in realtà era stata proprio lei a darglieli perché li facesse fruttare. La donna nega, però, di esserseli ripresi con il piombo.

Eppure, a inchiodarla sarebbero le immagini fissate dalle telecamere esterne di lei che entra ed esce dalla palazzina la mattina del delitto, con vestiti diversi prima e dopo. E la lunga serie di contatti telefonici con Xue - e solo con lui - registrati dai tabulati nelle ore immediatamente precedenti l’omicidio. Tuttavia la bella Xu - un marito italiano di una certa età, un ex compagno cinese padre dei suoi due figli e qualche amante di passaggio - continua a respingere ogni responsabilità, raccontando storie che sembrano posticce. A suo dire quella mattina era andata dal cambista per riavere i soldi che lui, in effetti, si stava facendo portare in ufficio da qualcuno. Nel racconto messo a verbale, ad un certo punto lei, per ingannare l’attesa, decide di salire al piano di sopra a salutare un’amica cinese che guarda caso abita proprio lì. Si tratta di Angela, un’altra bella ragazza che faceva la prostituta. Xu sale al secondo piano (dove in realtà non era mai stata prima) non trova Angela ma un’altra signora cinese. Mentre parla con lei sente dei rumori di sotto e scendendo di nuovo nell’ufficio trova Xue già morto. Allora si spaventa, prende i suoi soldi prima di fuggire ma poi teme che la accuseranno dell’omicidio e così, nel dubbio, porta via anche i cellulari della vittima e chiude la porta a chiave.

Gli investigatori non le credono affatto, anche perché hanno accertato che a quel secondo piano, in realtà, non ha mai abitato alcuna donna cinese. Ma lei non demorde. «Pubblico ministero - ha detto al magistrato dopo un interrogatorio a San Vittore - tu come rana in pozzo, che vede cielo e dice che è piccolo ma non sa verità...». Ora il pm Maura Ripamonti ha chiesto per lei il giudizio immediato davanti alla Corte d’assise. In cella da marzo, Xu Linghua rischia di restarci davvero a lungo. 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro