Dal Congo a Milano: "Io, due lauree e un lavoro in mensa"

Ghislain Muteteri è un operatore del Refettorio Ambrosiano: "Aiuto gli altri, sono realizzato".

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di Alessandro Crisafulli

"Oggi mi sento un africano, un congolese e un cittadino italiano che rispetta le regole di questo Paese e dà il proprio contributo". Ghislain Muteteri, 45 anni, originario del Congo, ormai da diversi anni ed è operatore al Refettorio Ambrosiano, la mensa solidale nel quartiere di Greco a Milano.

La Caritas Ambrosiana lo ha preso come esempio di solidarietà e integrazione in una sua campagna di comunicazione. Con due lauree e un master presso l’Istituto per gli studi di politica internazionale e le sue competenze linguistiche (ne parla sei) potrebbe essere almeno il responsabile di progetto in una grande Ong. "Alla mensa viene gente da tutto il mondo. Mi occupo dei loro problemi stando a pochi chilometri da dove vivo con mia moglie e i miei quattro figli - racconta -. Mi sta benissimo così. Mi sento realizzato, ho un stipendio che mi permette di non far mancare nulla a me e alla mia famiglia e, in più, so di essere utile agli altri".

In Brianza, dove vive, Ghislain è arrivato nel 2006, chiamato da Giusy, giornalista di Desio che aveva conosciuto e sposato in Congo. Ma vincere i pregiudizi, farsi conoscere e apprezzare nel nostro Paese non è stato semplice. Il primo passo è stato imparare l’italiano. Una full immersion di tre mesi al centro di formazione per adulti di viale Campania. Poi il primo impiego come custode per una comunità psichiatrica. Infine la specializzazione. "Ho sempre pensato che l’istruzione fosse il migliore strumento di emancipazione possibile. Proprio per poter proseguire gli studi nel ’96, quando nel mio paese è scoppiata la guerra, mi sono trasferito: in Camerun mi sono laureato in filosofia, in Kenya in teologia. Quando sono arrivato a Milano, ho capito che se volevo fare tesoro della mia esperienza e dedicarmi al lavoro sociale, che è sempre stata la mia vocazion,e dovevo raffinare ancora le mie conoscenze e così mi sono candidato per il master in emergenza umanitaria e sviluppo all’Ispi, dove ho vinto la borsa di studio che ha coperto metà delle spese".

Oggi Ghislain parla con gli ospiti che accoglie al Refettorio nelle diverse lingue africane che ha imparato viaggiando e in quelle europee che ha appreso sui libri (inglese, francese, italiano, spagnolo). Si interessa alle storie di chi vive ancora ai margini e ha bisogno di aiuto. "Anch’io sono stato un migrante e so cosa significa dovere ricominciare tutto da capo. L’Italia forse era impreparata ad accogliere chi arriva da lontano. Io aiuto queste persone a imparare la lingua, rispettare le regole, trovare un lavoro. Un investimento a lungo termine".

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