CRISTIANA MARIANI
Cronaca

Dairago, la comunione in chiesa finisce sul maxischermo

Domenica saranno presenti insieme ai ragazzi soltanto i genitori. Ogni famiglia avrà però tre pass per accedere al cinema dell’oratorio

di Cristiana Mariani

Dallo streaming al... cineforum. I protagonisti del “film” però non sono attori, ma i giovanissimi che domenica dovranno vivere l’emozionante momento della prima comunione. Un rito che i credenti ricordano per tutta la vita e che comunque, indipendentemente dal percorso che ogni giovane sceglie successivamente nella propria vita, rimane nella memoria di ognuno. A maggior ragione in un periodo nel quale ci si trova quotidianamente ad avere a che fare con le limitazioni dovute all’emergenza sanitaria.

Domenica a Dairago decine di giovanissimi si troveranno a vivere la prima comunione più particolare perlomeno degli ultimi quarant’anni. In ossequio alle direttive ministeriali sul distanziamento sociale, e quindi per fare in modo che la cerimonia religiosa non rischi di trasformarsi in un focolaio nel quale possa proliferare il Sars-cov2, in chiesa insieme ai comunicandi potranno entrare soltanto pochissime persone, che solitamente sono i genitori. Ogni famiglia avrà a disposizione tre “pass” per il “cinema”, ovvero tre posti all’oratorio davanti al maxischermo: tre parenti avranno la possibilità di assistere alla cerimonia non dal vivo, bensì in tv. Una formula che senza dubbio riesce a coniugare diversi aspetti di un momento così sentito: la volontà di non mancare e al contempo la necessità di non creare assembramenti per evitare il possibile diffondersi del coronavirus.

Se, quindi, durante il periodo del lockdown - in alcune parrocchie è il servizio è proseguito anche dopo la riapertura di Comuni e attività - in molti avevano allestito, o potenziato, la trasmissione in streaming online delle celebrazioni religiose, oggi dovendo obbligatoriamente rispettare le regole di distanziamento sociale si passa a una sorta di evoluzione del sistema: la modalità “ibrida” che mescola la presenza dal vivo e quella “al cinema”. Una modalità alla quale le famiglie si stanno abituando, ma che a oggi sembra la migliore possibile visto il periodo difficile che la società moderna sta attraversando a causa delle limitazioni. Una modalità che rappresenta non soltanto il modo più agevole per poter far svolgere le celebrazioni e non scontentare le famiglie dei ragazzi, ma anche il modo nel quale un’istituzione così antica come è quella della Chiesa ha il coraggio e riesce a cambiare pelle modellando le proprie necessità e secolarità anche e soprattutto in base al cambiamento dei tempi e alle esigenze delle famiglie. Un segnale, quindi, del fatto che le parrocchie sono sempre di più una parte attiva all’interno del tessuto sociale di un territorio. Anche se questo comporta una sorta di snaturazione di alcuni principi fondanti del mondo ecclesiastico.