
In Lombardia nel 2024 il tasso di fertilità si attestava a 1,19 figli per donna
Milano, 7 maggio 2025 – L’anno scorso in Italia sono nati solo 370 mila bambini, il 2,6% meno dell’anno prima in un Paese in crisi demografica, dove l’età media di chi partorisce sale 32,6 anni e il tasso di fecondità scende a 1,18 figli per donna, sotto il minimo storico dell’1,19 registrato trent’anni fa, nel 1995; e registrato, nel 2024, in Lombardia, ottava regione nel Paese, un’incollatura sopra la media. La Lombardia però scende di una posizione, da quarta a quinta, in una classifica che, stimando quanto le regioni siano friendly per le donne con figli, fotografa molte ragioni dell’inverno demografico: l’Indice delle madri, elaborato insieme all’Istat da Save The Children per il rapporto che la ong ha pubblicato per il decimo anno, intitolato “Le equilibriste”. Ed “equilibriste tra le equilibriste” sono le mamme single, l’adulto in oltre tre su quattro (77,6%) delle famiglie monogenitoriali che in Italia erano 3,8 milioni nel 2021 (+44% in dieci anni), quasi una su tre (32,1%) a rischio povertà in un Paese in cui una donna su 5, single o accompagnata, lascia il lavoro dopo aver avuto figli (si sale al 35% se hanno disabilità) e il combinato tra diseguaglianze di genere e dei carichi di cura fa sì che mentre il 91,5% degli uomini con figli abbia un lavoro (contro il 77,8% degli uomini che non ne hanno), tra le donne l’arrivo della prole faccia scendere il tasso d’occupazione dal 68,9 al 62,3%.
In Lombardia, va detto, delle donne con figli minorenni tre su quattro lavorano: il 73,6%, dieci punti sopra la media nazionale, e il part time involontario, al 13%, è inferiore al dato medio. Ma l’Indice delle madri, che restituisce un ritratto del Paese “in miglioramento”, sottolinea Antonella Inverno, responsabile della Ricerca e analisi dati di StC Italia, rispetto al 2022, vede la Lombardia, con un punteggio di 107,118, scavalcata dall’Umbria (balzata dal nono al quarto posto) e sempre dietro la Toscana, l’Emilia-Romagna e la Provincia autonoma di Bolzano, prima con 117,877 punti. Questo indicatore si basa su sette dimensioni; la Lombardia tiene la posizione per la Demografia (il già citato tasso di fecondità) e per i Servizi: un altro ottavo posto, poco sopra metà classifica, dovuto soprattutto alle classi della primaria a tempo pieno (54 su 100, la media nazionale è 39,3) e ai bambini che mangiano in mensa scolastica (83 su cento, in Italia 57,5), perché gli asili nido, con 17,3 posti ogni cento bimbi fino a due anni, sono appena sopra la media italiana (16).
Per le mamme lombarde migliorano, invece, il Lavoro (dal settimo posto del 2023 al sesto) e la Soddisfazione soggettiva (per il lavoro e il tempo libero, dal nono all’ottavo posto in Italia). Ma peggiora la dimensione della Salute, basata sul tasso di mortalità infantile (2,37 per mille nati vivi, leggermente inferiore alla media nazionale) ma anche sulla presenza di consultori: appena 2,3 (contando sia i pubblici che i privati accreditati) ogni centomila abitanti, la media in Italia è di 3,62; e questo costa alla Lombardia un tonfo di due posizioni, da 15esima a 17esima (su 21). Va peggio anche alla voce Violenza, che misura la dotazione di centri per le donne che ne sono vittima, dal quarto al quinto posto, e per la Rappresentanza, basata sulla percentuale di donne in organi politici locali: nel rapporto precedente la Lombardia era ottava, adesso è nona.