Re.Mi.
Cronaca

Paderno, Riccardo Chiarioni sterminò la famiglia: accusato di triplice omicidio e in aula con il rito abbreviato

A 17 anni uccise con 108 coltellate padre, madre e fratellino. Una perizia ha stabilito che era “parzialmente incapace di intendere e di volere”

Il ragazzo sterminò la famiglia nella loro villetta a Paderno Dugnano nella notte tra 31 agosto e l’1 settembre

Il ragazzo sterminò la famiglia nella loro villetta a Paderno Dugnano nella notte tra 31 agosto e l’1 settembre

Paderno Dugnano(Milano), 7 maggio 2025 - Il 15 maggio Riccardo Chiarioni si presenterà davanti alla giudice Paola Ghezzi del Tribunale per i minorenni di Milano, per il processo abbreviato. L’accusa è triplice omicidio. Il ragazzo a 17 anni uccise con 108 coltellate il padre, la madre e il fratello di 12 anni nella loro villetta a Paderno Dugnano, nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre scorso.

Una perizia in incidente probatorio di Franco Martelli, specialista in psichiatria e in criminologia clinica, discussa in udienza il 4 aprile, ha stabilito che il ragazzo (che nel frattempo ha compiuto 18 anni) era “parzialmente incapace di intendere e di volere” quando sterminò la famiglia. Una strage avvenuta poche ore dopo la festa di compleanno del papà, durante la quale i presenti non si sarebbero accorti di nulla di strano nel ragazzo.

L’esito della perizia che ha certificato la parziale incapacità di intendere e volere del ragazzo è stato confermato davanti alla gip Laura Margherita Pietrasanta e pure ai consulenti dei pm Sabrina Ditaranto ed Elisa Salatino e della difesa, con il legale Amedeo Rizza. E con la necessità, evidenziata dalle perizie, “di cure specifiche”.

L’allora 17enne, stando a quanto riportato nell’accertamento psichiatrico, viveva tra realtà e “fantasia”, voleva rifugiarsi in un mondo fantastico, che lui chiamava della “immortalità”, e per raggiungerlo nella sua mente era convinto di doversi liberare di tutti gli affetti. Così avrebbe messo fine alla vita di chi - nella sua mente - avrebbe posto un freno a questa libertà: i suoi genitori, il suo fratellino. Invece secondo il consulente della difesa, lo psichiatra Marco Mollica, il ragazzo era totalmente incapace di intendere e volere. Per i consulenti della Procura per i minorenni, dall’altro lato, non è emerso alcun vizio di mente tale da influire sulla capacità del giovane al momenti dei fatti.

T15N_C
Una foto tratta da Facebook della famiglia della strage di Paderno Dugnano

In teoria, per la contestazione di omicidio aggravato anche dalla premeditazione il ragazzo potrebbe rischiare una pena attorno ai vent’anni o anche superiore, ma si dovrà tenere conto nel caso dello sconto del rito abbreviato, delle eventuali attenuanti e soprattutto del vizio parziale di mente, accertato dal perito.