Dagli operai ai rider Il popolo dei sindacati colora l’Arco della Pace "Non siamo schiavi"

A Milano da tutto il Nord Italia: siamo 40mila, il Governo ci ascolti. Striscioni per chiedere il ritorno della scala mobile contro il caro-vita. "Condizioni non dignitose, i giovani fanno bene a rifiutare il lavoro".

Dagli operai ai rider  Il popolo dei sindacati  colora l’Arco della Pace  "Non siamo schiavi"

Dagli operai ai rider Il popolo dei sindacati colora l’Arco della Pace "Non siamo schiavi"

di Andrea Gianni

MILANO

Sono arrivati a Milano, con treni speciali e pullman, da tutto il Nord Italia. Lavoratori, precari e pensionati - che hanno saldato la loro protesta contro il Governo con la mobilitazione degli studenti sul fronte del caro-affitti - si sono radunati ieri all’Arco della Pace, dopo un corteo partito dal Castello Sforzesco, per la manifestazione proclamata da Cgil, Cisl e Uil. Una prova di forza (gli organizzatori hanno parlato della presenza di oltre 40mila persone nel corso della giornata) per portare al centro dell’agenda temi come il lavoro, le donne, i giovani, la riforma fiscale. Striscioni per chiedere "scala mobile contro il carovita", contenitori di metallo a tracolla e usati come tamburi dai metalmeccanici, cartelli esposti dai rider per lanciare un messaggio: "La mia vita vale più di un panino". Sul palco i delegati con le loro testimonianze dai luoghi di lavoro, alternate ai discorsi del segretario generale della Cgil Maurizio Landini, della segretaria confederale Cisl Daniela Fumarola e del segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri. Alla manifestazione anche i segretari generali milanesi e lombardi, oltre ai rappresentanti delle categorie. "La lotta degli studenti è la nostra lotta", ha esordito Landini spiegando che "il diritto allo studio non è garantito nel nostro Paese".

"Altro che merito - ha aggiunto - perché i figli dei lavoratori dipendenti hanno sempre più difficoltà a studiare". Lo ha ribadito all’Università Statale a un gruppo di studenti in tenda davanti all’ateneo per protestare contro il caro-affitti. Un incontro interrotto però da quattro studenti del collettivo Cambiare rotta, che hanno accusato il sindacato di "ingannare i lavoratori e fare passerelle". A questi ultimi e a quelli con cui stava già parlando Landini ha spiegato che "la controparte non è il sindacato, che pure ha commesso errori, ma il Governo". Poi ha definito "insufficienti" le misure di sostegno agli affitti, proponendo di "trasformare le strutture dismesse per affrontare questa situazione". All’Arco della Pace Bombardieri si è rivolto al governo e alla politica chiedendo di "costruire un paese diverso, basato su un lavoro stabile, dignitoso e sicuro dato che si continua a morire". Ha ricordato che "oggi è morto un cavatore" e rivolgendosi alla ministra del lavoro Marina Calderone ha chiesto: "abbiate la compiacenza di tacere quando parlate di sicurezza e di precariato". È ancora presto però per lo sciopero generale, che secondo Bombardieri "è uno strumento, non un obiettivo" e "sarebbe la vittoria di un giorno". "È prematuro" per Fumarola, che ha escluso "compromessi al ribasso". "Siamo e saremo intransigenti - ha detto - forti della nostra rappresentanza e della capacità di affondare le mani nei problemi reali del lavoro e delle famiglie".

Parole accolte con applausi dal popolo dei sindacati radunato a Milano da tutto il Nord, esclusa l’Emilia Romagna, che ha ospitato sabato scorso la manifestazione del Centro. Il Sud e le Isole si concentreranno invece a Napoli il prossimo 20 maggio."Il livello di precarietà che c’è nel nostro paese non c’è in nessun altro paese europeo - ha spiegato Landini – una delle ragioni vere della denatalità è proprio il fatto che non c’è lavoro per le donne, e che c’è una precarietà che dà incertezza nel futuro delle persone. Un giovane che rifiuta di lavorare sottopagato a 1000 euro fa bene, non può accettare quelle condizioni". Sulla stessa linea il leader della Uil: "Quando parlate di un milione di posti di lavoro disponibili molti di quei posti, i nostri giovani li rifiutano perché offrono condizioni da schiavi. E fanno bene".

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