"Da Vittorio" eletto miglior ristorante italiano nel mondo, Oldani miglior chef in Italia

Il locale a Shanghai è affidato all’executive chef Stefano Bacchelli e dal 2020 sfoggia anche 2 stelle Michelin. I premi al Gran Galà della Cucina Italiana organizzato da “50 Top Italy”

Bobo e Chicco Cerea del ristorante Da Vittorio, di Brusaporto

Bobo e Chicco Cerea del ristorante Da Vittorio, di Brusaporto

Milano - Genetica. E fame insaziabile. Perché i premi non sono sempre e solo l’anticamera della vanità: sono l’adrenalina mentale che spinge a fare meglio. Sempre e comunque. E così, il mitico “Da Vittorio” della famosa “one big happy famiglia” bergamasca - come anni fa il Financial Times aveva definito i Cerea - si porta a casa l’ennesimo, strepitoso riconoscimento: il locale che porta il loro nome a Shanghai, che è affidato all’executive chef Stefano Bacchelli e che dal 2020 sfoggia anche 2 stelle Michelin, è stato giudicato “Il Migliore Ristorante Italiano nel Mondo” nel corso del Gran Galà della Cucina Italiana organizzato dal network “50 Top Italy” al Teatro San Babila di Milano per celebrare appunto i best of del Belpaese sparsi per il pianeta.

E se per il brand Cerea si tratta dell’ennesima vetrina, lo è anche per tanti altri nomi che pesano dell’alta cucina nazionale. Al secondo e terzo posto, si sono piazzati rispettivamente il “Don Alfondo 1890” di Toronto in Canada con lo chef Daniele Corona e il “Gucci Osteria da MassimoBottura” a Tokyo, fusione evidente della famosa maison di moda e del notissimo chef modenese, locale che nella capitale nipponica è capitanato da Antonio Iacoviello. Gran Galà, quello di Milano, che ha emesso altre importanti sentenze.

Per Davive Oldani, con il suo D’O di Cornaredo, eletto “miglior chef 2023 in Italia”. E per lo stesso Iacoviello, indicato come “Miglior chef 2023 all’estero”. Pasticcere dell’anno, Gianluca Fusto, colonna dell’arte bianca nella metropoli lombarda. E novità del 2023, Andrea Aprea, che ha preso la stella Michelin a pochi mesi dall’apertura del suo locale meneghino in corso Venezia, all’ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati.

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