
di Roberta Rampini
"Da noi il 75% dei pazienti che arrivano in pronto soccorso con ictus ischemico vengono trattati entro 60 minuti. Questo tempo è considerato un risultato golden standard. Il premio che ci è stato assegnato è motivo d’orgoglio per tutta l’équipe di professionisti che lavora nel reparto". Vent’anni di attività e premio Angel’s Platinum (attribuito alle aziende ospedaliere che in Europa raggiungono obiettivi di qualità nel trattamento del paziente con ictus) per la Stroke unit dell’Asst Rhodense. Ieri pomeriggio nell’auditorium dell’ospedale di Garbagnate Milanese medici, specialisti, operatori sanitari e infermieri che lavorano nella Stroke unit hanno celebrato questi importanti traguardi.
Sette posti letto all’interno del reparto di neurologia, una équipe composta da diverse figure professionali e un solo obiettivo, "noi cerchiamo di far tornare i pazienti alla loro vita normale", spiega la responsabile, Maria Grazia Riggio. Il prestigioso riconoscimento è una sorta di premio alla carriera, "in questi vent’anni abbiamo costruito un percorso diagnostico e terapeutico, che aderisce agli standard europei, grazie al lavoro di tutti i professionisti - dichiara il primario Marco Mattioli -; in questo percorso è stato essenziale l’impegno quotidiano del personale del pronto soccorso, del laboratorio di analisi, della radiologia e della rianimazione. Con il lavoro di tutti è stato possibile ridurre il tempo necessario a iniziare il trattamento di riperfusione garantendo il migliore esito clinico per il paziente". I pazienti che hanno bisogno di essere sottoposti a procedure endovascolari vengono accompagnati nella Neuroradiologia interventistica all’ospedale Niguarda di Milano. La Stroke unit cura i malati colpiti da ictus ischemico e cerebrale, stabilizzando i pazienti più gravi ed evitando complicanze che possono insorgere nelle ore e giorni successivi. La terapia per l’ictus ischemico è la trombolisi.
"Il tempo che passa dall’arrivo in pronto soccorso all’inizio della terapia trombolitica è molto prezioso: più rapidamente si arriva alla terapia, maggiori sono le possibilità di guarigione o di limitare i danni dell’ictus. Sessanta minuti è il tempo considerato ottimale per la selezione delle persone che possono trarre beneficio da farmaco e procedura", conclude Mattioli. L’ospedale fa la sua parte, "ma in casi come questi occorre non perdere tempo perché Time is brain, tempo è cervello, e chiamare il 112 è il gesto indispensabile per essere portati nella struttura più attrezzata a essere assistiti", conclude la dottoressa Riggio.