Da Montenapo a Corvetto. Fioriscono gallerie e progetti itineranti: "Una nuova epoca"

In via Romilli la “creatura“ di Carla Pellegrini, nata in via Spiga. Dopo Fondazione Prada anche Ica e Chezplinio in ex spazi industriali.

Da Montenapo a Corvetto. Fioriscono gallerie e progetti itineranti: "Una nuova epoca"

Da Montenapo a Corvetto. Fioriscono gallerie e progetti itineranti: "Una nuova epoca"

di Marianna Vazzana

MILANO

Nella foto storica che immortala l’apertura della “Galleria Milano“ in via della Spiga, nel 1964, i cinque fondatori fanno capolino dalle finestre o sono in piedi, all’aperto, davanti ai battenti. Un momento solenne, perché quell’inaugurazione ridava vita a un progetto nato nel 1928 grazie a Enrico Somarè ma interrotto dopo un decennio a causa della Seconda guerra mondiale. Lo spettatore intuisce lo spazio che c’è dietro. Oggi, a 60 anni di distanza, la stessa curiosità spinge a varcare la soglia di quella galleria d’arte moderna e contemporanea, tra le più longeve d’Italia, che si è trasferita in zona Brenta-Corvetto. Secondo grande trasloco dopo quello intermedio che da via Spiga la portò (tra il 1973 e il 2022) nel palazzo nobiliare tra le vie Manin e Turati, sempre in pieno centro. Oggi l’indirizzo è via Arcivescovo Romilli 7. Un altro mondo. Un quartiere di periferia dove si incrociano più culture, a due passi dal dormitorio comunale, che sta cambiando pelle grazie a nuovi progetti di recupero dei luoghi, all’impegno delle associazioni di cittadini e anche grazie alla cultura.

La strada è stata aperta nel 2015, l’anno dell’Expo, da Fondazione Prada, che per prima ha visto potenzialità attorno allo Scalo di Porta Romana, futuro villaggio olimpico di Milano Cortina 2026. Adesso, solo in via Romilli si trovano “Galleria Milano“ e MXM Arte (al civico 5). Nelle scorse settimane, poi, al civico 20 si è potuto ammirare “Velò Project“, un progetto indipendente e itinerante per promuovere l’arte contemporanea emergente. “Galleria Milano“ ha creato un ponte. "Due anni fa abbiamo lasciato la sede di via Manin-Turati", spiega Giovanni Oberti, artista che guida i visitatori e che fa parte della Fondazione Galleria Milano, ente non profit privato, nato per volontà di Nicola Pellegrini, figlio di Carla Pellegrini Rocca, l’anima della galleria fino alla sua morte avvenuta nel 2019. Aveva 87 anni e nella vita ha organizzato più di 360 mostre. È stata la prima a portare in Italia la Pop art inglese e a esporre la Body art. Ad affiancare Nicola Pellegrini, Bianca Trevisan che è direttrice della fondazione e Oberti. E se lo spostamento è stato necessario, come hanno sottolineato i promotori, non solo per i prezzi alle stelle in centro ma anche perché in quel contesto "non c’è più spazio per la ricerca artistica", in via Romilli lo spirito di un tempo si è rinnovato, "perché la gente viene a visitarci, curiosa, e incontriamo persone di ogni età e cultura. Qualche giorno fa è venuto anche un bimbo di 5 anni che ha fotografato tutto", continua Oberti. Il “salotto“ si è spostato, e non solo per modo di dire, perché lo spettatore può sedersi sulle stesse poltroncine in velluto che erano in via Manin. Il piano superiore è dedicato alle esposizioni e quello inferiore all’archivio, per la prima volta visitabile. Tra i materiali, quelli di 1.500 artisti che non hanno mai esposto.

Fondazione privata non profit anche Ica (che sta per Istituto contemporaneo per le Arti) Milano, in via Orobia 26. "Siamo qui dal 2019, in un area ex industriale", fa sapere Gabriella Colandra, assistente curatrice. In un edificio che si trova dentro un cortile e che un tempo era una fabbrica. Oggi ospita mostre di arte contemporanea: al piano terra si può visitare la prima personale milanese dell’artista brasiliana Erika Verzutti. Di sopra, invece, c’è “La Casa dentro“ dello studio Formafantasma. E sempre in un ex magazzino di via Cortina d’Ampezzo 14, a pochi passi, è nato “Chezplinio“, nome che richiama un personaggio (e il suo sogno) del film “Brutti, sporchi e cattivi“ di Ettore Scola del 1976. Da studio, fondato nel 2018, è diventato un luogo aperto al pubblico, "base per eventi internazionali". Tra le installazioni che ha ospitato: una tenda da campeggio volante e una macchina del tempo. Oggi, in questo spicchio di città, anche con l’arte si vola verso il futuro.