REDAZIONE MILANO

Da Bareggio al Milan: Trapani lascia il segno

Dopo essere stato tecnico dei Pulcini, il ventisettenne è diventato il più giovane responsabile di attività di base in Italia

Dai campetti di terra dell’oratorio di Bareggio a quelli di ultima generazione del centro sportivo Vismara con il Milan. Un percorso che è il sogno di molti ragazzi e che il bareggese Roberto Trapani è riuscito a realizzare. Ventisette anni, una laurea in Scienze motorie con indirizzo sportivo manageriale, Roberto Trapani ha iniziato la propria carriera da allenatore nella stagione 20112012 con gli esordienti dell’Usob Bareggio mettendosi subito in mostra, tanto che nella stagione successiva è approdato alla storica società di Rho, la Rhodense, dove ha proseguito la sua esperienza con la categoria Pulcini. Dopo la parentesi con Enotria e Cisliano - qui ha allenato la Juniores -, è tornato a Rho per allenare i ragazzi della categoria Esordienti, ricoprendo anche il ruolo di responsabile dell’attività di base fino al 2016.

Poi il grande salto in una delle società più blasonate a livello internazionale, il Milan. Qui ha allenato per tre anni i bambini della categoria Pulcini occupandosi anche dell’attività di scouting. Lavoro che ha svolto egregiamente, tanto che in questa stagione è stato promosso a responsabile dell’attività di base della società rossonera, il più giovane in Italia. Un riconoscimento importante frutto di impegno, passione, tanto lavoro, ma anche grandissime capacità. Una bella soddisfazione con una dedica speciale. "Sembra retorica, ma è così - racconta Roberto Trapani -: dedico questa tappa importante della mia carriera a tutte quelle persone che hanno creduto in me e continuano a farlo dimostrandomelo giorno dopo giorno".

È trascorso qualche anno, ma i primi passi in oratorio a Bareggio sono ancora un ricordo vivissimo. "Esperienza carica di emozioni e ricordi indelebili. L’obiettivo era sociale. Un aspetto che è importante non perdere mai nello sport, a qualsiasi livello- continua Trapani-. Ho avuto la fortuna di avere dei maestri eccezionali, che mi hanno trasmesso tanto durante questi anni. Da ognuno di loro ho cercato di apprendere il più possibile, scegliendo poi che strada percorrere. Credo che la formazione personale non possa prescindere dall’essere curiosi e dall’essere consapevoli di non saperne mai abbastanza. Solo così si cresce professionalmente e in termini di competenze". In questi anni ha visto giocare centinaia di bambini. Ce n’è qualcuno che è approdato tra i professionisti? "Ho avuto la fortuna di vedere giocare tanti ragazzi sui campi che poi sono riusciti a rendere il calcio la loro professione conclude mister Roberto Trapani - . I due elementi comuni in tutti loro sono sempre stati il talento e la predisposizione al sacrificio, non solo in campo".