Milano, 13 settembre 2024 – La richiesta di autorizzazione è già stata inviata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). Ed è relativa a 15 vie della città. Una risposta non è ancora arrivata, è attesa nel giro di pochi giorni e ad attenderla è il Comune di Milano, che potrebbe unirsi a Bologna e a Torino nella sperimentazione dei cuscini berlinesi sulle proprie strade.
Cosa sono
Per chi non li conoscesse, si tratta di dissuasori della velocità del tutto simili ai dossi artificiali o alle castellane in uso da tempo nei Comuni, ma hanno dimensioni ridotte. I cuscini berlinesi, infatti, sono più stretti, non occupano la carreggiata in tutta la sua larghezza ma si estendono su buona parte della stessa. L’obiettivo è selettivo: mirano a rallentare le auto, non gli autobus del trasporto pubblico, non le ambulanze e, giocoforza, non le moto né i mezzi pesanti in genere.
Le vie nelle quali Palazzo Marino vorrebbe posarli sono tutte vie scolastiche, tutte vie sulle quali affaccia almeno una scuola. I cuscini berlinesi sono una delle misure di mitigazione della velocità del traffico veicolare individuate dalla Task force per la Sicurezza Stradale e la Mobilità Attiva istituita ad ottobre 2023 dal sindaco Giuseppe Sala.
Le altre misure sono decisamente più note e vanno dall’istituzione del limite dei 30 chilometri orari all’aumento degli spazi pedonali e degli stalli per la sosta di biciclette e monopattini.
La richiesta
Il loro nome non è casuale: sperimentati a Berlino, sono già ordinariamente in uso in Germania. In Italia, invece, il loro utilizzo non è scontato perché il Codice della Strada attualmente in vigore non li contempla, mentre quello in fase di approvazione ne contempla la posa solo a fronte dell’autorizzazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che decide caso per caso, vagliando di volta in volta la singola richiesta, strada per strada, via per via. Per questo la domanda di autorizzazione del Comune di Milano è attualmente al vaglio del Ministero. E gli scenari sono tutti aperti: i cuscini berlinesi potrebbero essere autorizzati in tutti i casi, in nessuno o solo in alcuni, a seconda delle caratteristiche delle vie prese in esame.
Da qui il riserbo mantenuto da Palazzo Marino sulle strade per le quali ha chiesto l’autorizzazione. Si vogliono evitare annunci prematuri.
La trafila
Il copione, però, è ormai ricorrente: le misure per la mitigazione del traffico individuate – a torto o a ragione – da Milano finiscono col dover affrontare lo scoglio dei limiti normativi vigenti. I cuscini berlinesi sono solo l’ultimo caso di quattro. È accaduto lo stesso con i sensori contro l’angolo cieco o salva-ciclisti: la Giunta comunale ne ha reso obbligatoria la dotazione sui mezzi pesanti che intendono entrare in Area B, la zona a traffico limitato grande quasi come tutta Milano istituita per tener lontano dalla città i veicoli diesel. Dal primo ottobre chi ne è sprovvisto rischia di essere multato.
Ma la situazione continua ad essere controversa: se da un lato la giustizia amministrativa ha riconosciuto la facoltà del Comune di istituire regole speciali all’interno di zone limitate quali le Ztl, dall’altro questi sensori continuano a non essere previsti dal Codice della Strada.
Altro caso è quello dei cartelli salva-ciclisti che lo stesso Comune avrebbe voluto installare sul cavalcavia della Ghisolfa, da tempo al centro delle richieste di alcune associazioni di ciclisti urbani che vorrebbero che il cavalcavia fosse attraversato anche da una ciclabile. Infine il caso di un’altra Zona a traffico limitato, quella di via Monte Napoleone, in predicato di essere attivata solo all’inizio del 2025 proprio a causa del confronto in corso tra il Comune, che ha previsto un tempo massimo di permanenza in zona a bordo auto di 15 minuti, e il Ministero, che sta approfondendo la liceità del vincolo temporale.