STEFANO DAVIDE BETTERA*
Cronaca

Curare le ferite puntando sulla socialità

Stefano Davide

Bettera*

La ferita del Covid è profonda e Milano si ritrova ancora in prima fila, sotto un attacco che coinvolge non solo l’aspetto sanitario e quello economico ma mina, soprattutto, la socialità. La speranza è resa fragile dall’incertezza, dall’isolamento, dalla paura di incontrare la sofferenza. La malattia che colpisce la nostra città è subdola perché porta con sé una trasformazione radicale dei luoghi dell’incontro, del lavoro, della cultura, della relazione e non ci restituisce un orizzonte certo su cui fondare una ricostruzione. Eppure, la ferita va curata, la guarigione deve essere immaginata e desiderata. Occorre prendersi cura di questo processo di ricomposizione, di riavvicinamento. Il luogo dove metterlo in atto è la comunità, la nostra comunità, la nostra città. Pensata come la casa comune che favorisce, sostiene e tutela la vicinanza, la relazione. Condividere una speranza è un grande motore di trasformazione. È una magia. Fidarsi di questa volontà, di questo istinto, profondamente umano di costruire legami, di valorizzarli, insieme alla scelta di stare dalla parte di ciò che ci unisce, rappresenta la possibilità concreta di curare la ferita e ripartire insieme. In questi mesi mi ha colpito vedere come alcune compagnie teatrali abbiano scelto di scendere dal palco per entrare nei cortili, soprattutto in periferia e portare la bellezza dove c’era alienazione, disperazione. In questa speranza, in questo paradigma mutato che ha riscoperto il valore della prossimità, della gratuità, possiamo, dobbiamo ritrovare il valore di un forte legame affettivo capace di creare anche una diversa narrazione della realtà. Dobbiamo ritrovare uno sguardo verso l’altro che non si fermi alla paura ma abbia l’ardire, di rimettere al centro l’amicizia, di costruzione di un’identità. Milano, le comunità urbane, possono leggere in questo processo di trasformazione l’occasione per progettare una cittadinanza, un’idea di polis dove la prossimità diventa la condizione per creare micro comunità relazionali che diventano i mattoni per la casa comune del nostro nuovo presente e ci aprono alla speranza di un nuovo futuro.

*Scrittore e ricercatore