Curare i senza fissa dimora. Un milione per la prevenzione

Bertolaso e il dg Ats Bergamaschi in visita alle associazioni principali a Milano. Pronto un bando per contrastare le malattie infettive che colpiscono gli ultimi.

Curare i senza fissa dimora. Un milione per la prevenzione

Curare i senza fissa dimora. Un milione per la prevenzione

Si concretizzerà a breve in un bando dell’Ats Metropolitana di Milano il milione di euro stanziato dalla Regione Lombardia per la prevenzione e la cura delle malattie infettive che colpiscono le persone senza fissa dimora a Milano. Alla manifestazione d’interesse potranno partecipare le associazioni del terzo settore - con determinati requisiti - impegnandosi a formare i propri medici, infermieri e altri professionisti sanitari, ad attuare campagne di screening, a garantire alle persone che prendono in carico consulenza e collaborazione con le Asst per assicurare loro prevenzione, gestione e profilassi, oltre a una corretta segnalazione dei casi. Anche per presentare questo progetto ieri l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, accompagnato dal direttore generale Giovanni Pavesi e da Walter Bergamaschi, dg dell’Ats Metropolitana, ha visitato alcune delle realtà più importanti che si occupano di accoglienza e assistenza a Milano. La delegazione è partita da via Bertoni, sede della Fondazione Fratelli di San Francesco che gestisce sette cominità nell’area metropolitana, anche per minori stranieri non accompagnati, e un poliambulatorio medico; ha incontrato i volontari e il presidente, fra Clemente Moriggi. Poi si è spostata all’Opera San Francesco, fondata dai Cappuccini nel 1959, che oltre a pasti caldi e docce offre ai senza dimora anche visite mediche e medicine: lì assessore e dg hanno parlato con medici, volontari e col presidente fra Marcello Longhi. L’ultima tappa alla Casa della Carità, dove Bertolaso ha incontrato il presidente onorario don Virginio Colmegna (insieme nella foto) che l’ha guidata sino a un anno fa, quando l’arcivescovo Mario Delpini ha incaricato don Paolo Selmi.