Ilaria Cucchi va da Cospito, no alla visita psichiatrica: "Se peggioro non alimentatemi"

L'anarchico: “Non c’entro nulla con la mafia, voglio che venga cancellato il 41bis per tutti perché inumano, ho visto mafiosi anziani e malati, non più pericolosi”

Opera (Milano) - È arrivata al carcere milanese di Opera la senatrice dell‘Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, per far visita all‘anarchico Alfredo Cospito, sottoposto al regime del 41bis e in sciopero della fame da ottobre. La senatrice ha voluto incontrare il detenuto di 55 anni per verificarne le condizioni di salute, che sembrano essere sempre più precarie. Cospito, l’ideologo della Fai in sciopero della fame da oltre 106 giorni contro il 41bis, non ha voluto oggi sottoporsi alla prevista visita psichiatrica nel carcere dove è stato trasferito nei giorni scorsi. Ripete, a chi ha avuto modo di incontrarlo nelle scorse ore, che non ha «alcuna intenzione» di interrompere la sua forma di protesta. 

 Ciò che preoccupa i medici, date le sue condizioni, è la possibile insorgenza di patologie cardiache. Ieri gli sono stati restituiti i libri che aveva con sé, dopo le opportune verifiche. “Non c’entro nulla con la mafia - ha voluto precisare -  voglio che venga cancellato il 41bis per tutti perché è uno strumento che toglie le libertà fondamentali, ho visto mafiosi che sono anziani e malati, persone non piu’ pericolose”, aveva detto ieri.

 Parlando dei suoi scritti, ha sostenuto che contengono solo “tesi individualiste” anarchiche dal momento che “non esiste un’ organizzazione”. Ma il nodo ora resta il suo stato di salute, legato alla protesta che ha messo in atto. Negli anni e anche attualmente tanti detenuti hanno scelto lo sciopero della fame, ma l‘autoinduzione in condizioni cliniche critiche, stando alla giurisprudenza, è sempre stata valutata negativamente dai giudici per un‘eventuale concessione di misure alternative al carcere o per differimenti della pena da scontare. 

Allo stato, a quanto risulta, la difesa di Cospito non ha presentato istanze di differimento pena o di altro genere. Il Tribunale di Sorveglianza d‘ufficio, però, attraverso il monitoraggio costante delle condizioni sanitarie, potrebbe decidere in ipotesi che si renda necessario il trasferimento nell‘ospedale collegato al carcere di Opera, ossia il San Paolo. Si può interrompere lo stato di digiuno di un detenuto, da quanto è stato spiegato, attraverso l‘alimentazione forzata, quando la persona è incosciente o quando è stato accertato che la forma di protesta deriva da una patologia psichiatrica. 

E si può valutare anche il ricorso ad un trattamento sanitario obbligatorio per l‘interruzione del digiuno. A complicare il quadro è arrivata però proprio la dichiarazione di Cospito sul no all‘alimentazione forzata, che andrà valutata qualora si arrivi tragicamente ad una situazione di quel tipo. Intanto dal mondo politico piovono le reazioni, quasi sempre di segno opposto, a seconda della collocazione parlamentare.

“Gentile Presidente, le scrivo perché spero in un suo gesto risoluto e immediato capace di salvare la vita ad una persona. Alfredo Cospito sta morendo e lo Stato e il governo dovrebbero, a mio parere, dimostrare forza e lungimiranza”. Così l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, in una lettera aperta indirizzata a Giorgia Meloni.

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