
degrado Castello Sforzesco
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Un mucchio di mattoni crollati è in bella vista sul prato del fossato del Castello Sforzesco. Qua e là, blocchi di pietra e frammenti sparsi. Così è la situazione a ridosso di una struttura che spunta dalla facciata, poco prima della "Ponticella" voluta da Ludovico Il Moro arrivando dal Torrione del Carmine. Per far sì che nessuno si avvicini, lungo il perimetro sono state sistemate delle transenne dal Nuir (Nucleo intervento rapido) in attesa della messa in sicurezza, una prima protezione in caso di eventuali altre "piogge". Alzando lo sguardo, si riesce a scorgere facilmente una porzione nuda, non più rivestita di mattoni, con ai bordi pietre oblique e incastrate una sull’altra in maniera precaria, che sembrano lì lì per staccarsi. Dal Comune fanno sapere che sono previsti lavori di consolidamento del muro e che al momento l’area è stata protetta con i cavalletti.
L’intervento, aggiungono gli uffici, è stato preso in carico. Ma non è ancora iniziato. Non è la prima volta che si assiste a crolli di pietre o di tegole lungo la parte del Castello affacciata sulla città: a marzo del 2018, altre transenne del Nuir erano state sistemate a ridosso della Ponticella voluta da Ludovico il Moro e secondo la tradizione progettata da Bramante, un edificio sopra il fossato, con un portico e tre salette. Allora, i cavalletti invitavano milanesi e turisti a stare alla larga, almeno a un metro di distanza (un’indicazione che ora suona come un preludio alla regola del distanziamento anti Covid) per evitare che malauguratamente qualche “coppo“ centrasse qualcuno in caso fosse scivolato dal tetto aiutato dal vento. Guardando in su, spuntavano tegole ricurve e sporgenti.
Anche in quel caso, la misura rappresentava una prima operazione in attesa dei lavori veri e propri per la messa in sicurezza. Ora, è "bendato" un altro angolo del complesso monumentale tra i simboli meneghini per eccellenza, che prima dell’emergenza sanitaria era tra i più visitati dai turisti. Recinzioni e parti da "ritoccare" sono spesso visibili, d’altronde. Sempre a marzo del 2018, la Torre del Santo Spirito, a sinistra arrivando da Cairoli, appariva circondata da una rete di plastica rossa: un’altra barriera che invitava, rafforzata da cartelli, a non entrare nell’area interdetta. Anche in quel caso si osservavano mattoncini mancanti e soprattutto il "biscione" simbolo di Milano con buona parte di coda mozzata. I lavori di restauro però sono stati compiuti, ultimati lo scorso anno, con la messa in sicurezza delle murature e della copertura in tegole del tetto. Tre anni prima, i lavori avevano riguardato la Torre del Carmine dalla quale a giugno del 2016 si erano staccati frammenti che erano precipitati nel fossato sottostante.