
La missiva è stata inviata ieri alla Procura e all’Ats. Oggetto: "Richiesta urgente di verifica del rispetto delle norme riguardanti la prevenzione, la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro presso il Crematorio del cimitero di Lambrate". I rappresentanti sindacali del Csa Orfeo Mastantuono e Gianni Zin hanno deciso di rivolgersi alla magistratura dopo un sopralluogo effettuato lo scorso 13 gennaio. I delegati hanno messo in fila una serie di criticità su vari fronti. La prima riguarda l’assenza di un termoscanner fisso sia all’ingresso del cimitero che nel locale cremazione di Lambrate: "Pertanto – si legge nell’esposto – la temperatura corporea alla numerosa utenza che quotidianamente si reca nei locali non viene rilevata, contravvenendo al rispetto della normativa anti-Covid". E ancora: "Nella palazzina cremazione, non appare nessun tipo di segnalazione atta a diversificare il percorso entrata-uscita". Senza dimenticare le modalità di consegna delle mascherine, "distribuite aprendo la confezione da 50 unità" e non in buste chiuse a ogni lavoratore. Infine, Zin e Mastantuono hanno ribadito la richiesta, respinta dal Comune, di effettuare un sopralluogo nella "struttura cremazione del cimitero di Lambrate". Un’istanza avanzata dal Csa lo scorso 25 novembre, in piena seconda ondata di contagi da coronavirus; ai tempi, l’amministrazione aveva già limitato da 20 giorni l’accesso solo ai defunti residenti a Milano (il 18 dicembre sarebbe poi arrivato lo stop temporaneo alle cremazioni), visto il picco di 80 decessi al giorno registrato in quelle drammatiche settimane. In quell’occasione, i delegati avevano chiesto di poter accedere con urgenza all’area a seguito di segnalazioni sul numero "eccessivo" di salme negli spazi del Crematorio. Cinque giorni dopo, era arrivata la risposta della direzione dei servizi civici del Comune: "L’impianto del Crematorio di Lambrate è affidato in gestione tramite appalto a ditta esterna all’amministrazione – la precisazione –. L’impianto, pertanto, non rientra nel perimetro delle funzioni datoriali ascrivibili al Comune di Milano, essendo invece luogo di lavoro di competenza dell’appaltatore del servizio". Stesso discorso per gli spazi al piano terra (Sala del Commiato), "conferiti temporaneamente al gestore del servizio per far fronte alle necessità di stoccaggio dei feretri in attesa di cremazione". Meno di due mesi dopo, il Csa si è rivolto alla Procura. N.P.