Covid: contagi e letalità sono diminuiti, ma non è ancora abbastanza

Da inizio pandemia 459 decessi nei nosocomi dell’Asst Melegnano-Martesana, la vittima più giovane aveva 42 anni

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Fra prima e seconda ondata i morti sono stati 459. Bilancio pesantissimo per gli ospedali dell’Asst Melegnano-Martesana. Il grosso in primavera, l’attacco autunnale del virus ha provocato meno lutti: un centinaio. Ma dietro a ogni numero c’è una vita "e questi dati fanno male", dicono in direzione. La vittima più giovane aveva 42 anni, l’età media però arriva al doppio. A Vizzolo le croci sono 246 (26% dei 940 degenti), a Cernusco 134 (29% su 463), a Melzo 77 (25% su 312) e a Cassano 2 (3% su 74). Tecnicamente si chiama indice di letalità e a marzo-aprile "arrivava al 36% (nel Paese era oltre il 40%), ora al 14, ma è sempre alto. Anche un solo decesso sarebbe troppo". La differenza di impatto è dovuta essenzialmente "a ricoveri più precoci e una cura più strutturata dallo scoppio della pandemia".

Da giorni il bollettino è più clemente, ieri in corsia nei presidi aziendali erano 159, dei quali 9 in terapia intensiva (6 a Vizzolo, 3 a Cernusco) appesi alla vita da un filo sottilissimo. Ma sono 2mila i malati passati da qui, dall’inizio della crisi sanitaria. "Tutti monitorati a distanza da una task-force centralizzata", spiega il direttore Angelo Cordone. Gli specialisti misurano effetti e strascichi del Sars-Cov2, addentrandosi nei segreti della polmonite sulla quale c’è ancora molto da svelare. Ieri, in pronto soccorso c’erano 50 sospetti, 10 alla fine i positivi. Un’incidenza decisamente inferiore a quella di un mese fa. "La curva epidemica scende molto lentamente". Una situazione da monitorare con la campagna vaccinale alle porte: "Non è il momento di abbassare la guardia. Sarebbe un errore gravissimo", ripete il direttore All’Uboldo i ricoverati sono 37, a Vizzolo 72, a Cassano 15, a Melzo 35. La rianimazione del Santa Maria delle Stelle è stata mantenuta pulita "a beneficio di chi ha problemi di salute diversi". Mentre allo Zappatoni arrivano i post-acuti per la riabilitazione. Vaprio, invece, è Covid-free da sempre, "una scelta che abbiamo fatto sin dall’inizio e che abbiamo mantenuto - spiega Cordone - sempre in funzione di chi non è entrato in contatto con il virus".

Strategie messe in campo per arginare l’impatto dell’infezione. Fra i pazienti eccellenti anche il sindaco di Grezzago Gilberto Barki, curato a Vizzolo, in primavera.

"Non potrà mai dimenticare il momento in cui si sono chiuse le porte dell’ambulanza e mia moglie e mio figlio sono scomparsi dalla visuale. Ho temuto di non rivederli più. Le mie condizioni erano peggiorate velocemente. Per fortuna sono qui a raccontarlo".

La lotta per la vita nel suo caso e in quello di altri amministratori della zona finiti in ospedale come Silvana Centurelli di Trezzo si è chiusa nel migliore dei modi, "ma tanti, troppi non ce l’hanno fatta".

Bar.Cal.

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