GIULIA BONEZZI
Cronaca

Covid a Milano: diecimila casi in 7 giorni, ospedali come a marzo

I numeri della città nelle analisi sull’evoluzione della pandemia. Quasi 300 ricoverati ogni giorno nell’Ats, uno su tre abita a Milano

Un soccorritore porta una paziente all’area Covid del Ps del Niguarda

Un soccorritore porta una paziente all’area Covid del Ps del Niguarda

di Giulia Bonezzi

In Lombardia le terapie intensive e i reparti Covid sono pieni come alla fine di aprile: 650 ricoverati in rianimazione e 6.225 negli altri letti “Corona“ contati a ieri. La pressione sul sistema delle ambulanze, tra Milano e la Brianza, è già sui livelli di fine marzo, il momento peggiore della prima ondata: a fine ottobre le chiamate quotidiane per "eventi infettivi e respiratori" alla sala operativa del 118 competente per la metropoli e Monza sfioravano le 500 al giorno (il record è della Soreu di Bergamo e Brescia, 700 a inizio marzo), più di un terzo delle quasi 1.400 richieste di soccorso complessive (che però a marzo, in pieno lockdown, erano circa 200 in meno ogni giorno).

Sono questi i numeri che raccontano in tempo reale l’evoluzione della pandemia. I dati quotidiani sui contagi, col tracciamento saltato per eccesso di positivi e l’“imbuto” inevitabile che si crea sul sistema dei tamponi, adesso risultano ancor meno rappresentativi di quanto siano mai stati. Ad esempio ieri, con 38.188 nuovi test caricati nel sistema di sorveglianza lombardo, la provincia di Milano aggiungeva 2.956 nuovi casi di coronavirus, di cui 1.204 in città. Sabato, con quasi ottomila tamponi complessivi in più, l’area metropolitana cresceva di 4.520 positivi (di 1.758 in città), ma più di cento, in base a uno dei dossier periodici della Regione che Il Giorno ha potuto consultare, il tampone l’avevano fatto da più di una settimana. I numeri dei contagi assumono più consistenza se osservati sull’arco di una settimana: da domenica 1° novembre a sabato 7 la città di Milano ha registrato più di diecimila nuovi casi accertati di coronavirus, di cui quasi 6.600 si sono aggiunti da mercoledì in poi; nel territorio dell’Ats (che include anche il Lodigiano), negli stessi quattro giorni, i nuovi positivi sono stati quasi 17mila, e oltre 660 sono operatori sanitari. Milano città ieri è arrivata a 42.556 contagiati dal coronavirus scoperti dal 20 febbraio in poi; con l’hinterland a 97.365, un numero che la Lombardia intera (che adesso è a 260.754) aveva raggiunto solo a metà agosto. Dei 108 morti di Covid sabato in Lombardia (ieri ce ne sono stati altri 117), più di metà erano milanesi: la nostra provincia ha ormai superato le cinquemila vittime causate dalla pandemia.

L’ultimo report pubblicato ieri dall’Ats Metropolitana (che ricolloca i contagiati in base alla data d’inizio sintomi) calcola che l’indice Rt a Milano, quello che aveva superato quota 2 nella quindicina centrale di ottobre, il 3 novembre era sceso a 1,39. Vuol dire che il contagio cresce più lentamente, ma ormai su volumi che hanno messo in crisi il tracciamento e scaricano sul sistema sanitario l’impatto di quella quota d’infettati (piccola in percentuale, non nei numeri quando i numeri sono così grandi) che ha bisogno di cure in ospedale: 240 milanesi vengono ricoverati ogni giorno, di cui un centinaio della città; nell’Ats, che comprende anche Lodi epicentro della prima ondata, gli ospedalizzati quotidiani si avvicinano ormai a quota 300. Come durante il picco di metà marzo.