FRANCESCA GRILLO
Cronaca

Cortile conteso con Papalia, nessun accordo

Conciliazione impossibile tra Comune di Buccinasco e famiglia dell’ex boss alla prima udienza sullo spazio confiscato di via Nearco

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di Francesca Grillo

Ancora niente da fare per il cortile conteso, la porzione esterna della villetta in via Nearco al 6. Una casa per metà confiscata, dal 2014, alla famiglia Papalia, cognome noto nelle carte delle inchieste per mafia sul territorio dove la ‘ndrangheta ha piantato radici profonde. Rocco Papalia, uscito dal carcere dopo 26 anni di detenzione scontati per associazione, droga, sequestri e omicidio, più altri due di casa lavoro, vive con la moglie Adriana Feletti nella porzione di villetta non confiscata.

Dall’altra parte, separati solo da un muro e da una rete esterna, vivono i ragazzi e i responsabili del progetto di accoglienza minori (Sprar), un percorso per tanti giovani arrivati in Italia con i barconi che sognano un futuro.

Le mappe parlano chiaro sulla divisione e sui millesimi delle due unità, ma l’Agenzia dei beni confiscati non ha fatto menzione del cortile che "è stato a uso esclusivo dell’associazione nonostante sia di mia proprietà", ha raccontato Feletti, mostrando le carte del vecchio rogito. Proprio sulla rivendicazione del diritto di accedere al cortile, ha basato la causa civile contro il Comune di Buccinasco. Mercoledì, alla Quarta sezione del Tribunale di Milano, si è svolta l’udienza, dove Feletti ha parlato davanti al giudice, accompagnata dal suo legale, ribadendo le sue richieste.

"Voglio poter accedere al cortile per stendere i panni, mettere i cassonetti dell’immondizia, utilizzarlo per far giocare i nipotini", ha sempre detto Feletti. Il giudice ha ascoltato anche le istanze del Comune e ha rinviato l’udienza a febbraio. In precedenza, c’era stato un tentativo di conciliazione da parte del Comune, cioè dividere le parti comuni assegnando formalmente il cortile al Comune e alla famiglia Papalia il viale sul lato opposto, ma è stata rifiutata da Feletti perché "la proposta è ingiusta. Io ho chiesto di fare un giorno a testa, condividere il cortile, fare un po’ per uno". Ma il Comune "non può scendere a compromessi – dichiara il sindaco Rino Pruiti –. Il bene confiscato e il progetto sociale per minori vanno tutelati, non si può condividere il bene con la famiglia Papalia. Tratteremo l’argomento anche nella riunione della Commissione Antimafia comunale il 25 gennaio. Confidiamo nella magistratura – aggiunge Pruiti –e ringrazio il giudice per il tentativo di conciliazione e per le risorse investite in questa vicenda surreale. Rispetteremo le decisioni, ma se la sentenza dovesse obbligarci a condividere il cortile, il Comune restituirà l’immobile allo Stato che ne deciderà il futuro".

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