
Una protesta del 2000 davanti al Pirellone Diciannove anni dopo gli allevatori torneranno lì
Milano, 3 febbraio 2019 - Quelle immagini hanno fatto la storia della guerra infinita tra allevatori e Unione europea sulla questione delle quote latte: decine di trattori parcheggiati per giorni davanti al Pirellone. Le proteste si susseguono da anni, e spesso Milano è diventata il teatro della mobilitazione. Mercoledì succederà ancora, anche se in quest’occasione la Prefettura ha scelto di vietare l’utilizzo dei mezzi agricoli per scongiurare problemi alla circolazione per le vie del centro. Secondo il programma comunicato dai responsabili della Confederazione produttori agricoli Lombardia (Copagri), i manifestanti si ritroveranno alle 10.30 al parcheggio dell’Idroscalo per poi raggiungere piazza Duca d’Aosta. Una delegazione verrà ricevuta a Palazzo Diotti al termine dell’iniziativa: i rappresentanti al tavolo chiederanno al prefetto Renato Saccone di sensibilizzare il Governo e la Regione sulla «annosa problematica delle quote latte», in vista della prossima riunione dei ministri dell’Agricoltura dei Paesi aderenti all’Ue.
Il tema è sempre lo stesso: gli allevatori, in particolare quelli che non hanno ancora effettuato i pagamenti richiesti, chiedono una revisione del sistema mediante un ricalcolo corretto delle multe a loro dire «ingiustamente applicate», senza dimenticare i rimborsi «per chi ha ingiustamente pagato». Copagri avrebbe voluto utilizzare 500 trattori per coprire il tragitto Idroscalo-Pirellone, ma venerdì il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che riunisce periodicamente in corso Monforte i vertici locali delle forze dell’ordine, ha deciso di negare l’autorizzazione, «allo scopo di ridurre al minimo il forte impatto che tale iniziativa potrebbe avere sulla città, anche con pesanti ricadute sulla viabilità urbana». In sintesi: sì all’iniziativa di protesta, che dovrebbe coinvolgere complessivamente un migliaio di operatori del settore, ma senza l’utilizzo di mezzi agricoli. Le ragioni di Copagri Lombardia sono molto chiare: «Bisogna arrivare celermente a una soluzione che consenta di mettere fine a 22 anni di incertezze ai danni dei produttori e dei cittadini e difendere, di conseguenza, l’agricoltura, i prodotti che mangiamo e chi li produce».