FRANCESCA GRILLO
Cronaca

"Provo il vaccino italiano Reithera per riconoscenza"

Maria Carla Rossi, corsichese di 63 anni, si è offerta volontaria per sperimentare il siero made in Italy

Maria Carla Rossi: "Dipendesse dai negazionisti ci cureremmo come nel Far West"

Corsico (Milano) - La speranza di uscire dalla situazione di emergenza Covid passa dai vaccini. Anche l’Italia ha messo in campo forze e potenzialità per la produzione di un siero “made in Italy” da affiancare agli altri già disponibili e a quelli che, si spera, arriveranno. Tra questi c’è il Reithera, che ha superato la fase 1 e continua i passi avanti nella sperimentazione clinica. Per farlo, ha aperto a inizio aprile una campagna di reclutamento di volontari per testare il vaccino a vettore virale, un adenovirus derivato dal gorilla che non si replica nell’organismo ma stimola la produzione della proteina Spike, capace di generare gli anticorpi contro l’infezione Covid. A candidarsi per la sperimentazione, anche Maria Carla Rossi di Corsico, 63 anni, pensionata. Perché ha deciso di partecipare alla sperimentazione? "Spero si possa produrre alla svelta un vaccino italiano senza essere vincolati alle case farmaceutiche e agli equilibrismi politici. Credo sia un dovere civico, morale, fare qualcosa per la comunità. E poi, devo molto alla scienza". Per quale motivo? "La medicina ha salvato mio figlio, nato con una malformazione cardiaca rarissima che nel 1990 contava il 95% di mortalità. L’hanno operato con una tecnica sperimentale e sta benissimo. Anche mio marito è stato rimesso a nuovo grazie alla medicina. Mi pareva il minimo restituire tutto quello che mi ha dato la scienza". Come ha conosciuto il progetto? "Un’amica mi ha raccontato che cercavano tester a Milano, ho mandato un’email al Policlinico e mi hanno chiamata. Ho fatto un colloquio e una visita e mi hanno arruolata. La prima dose l’ho ricevuta il 2 aprile, la seconda pochi giorni fa. Nella prossima visita, il 7 maggio, mi diranno se ho ricevuto il vaccino o il placebo". Ha avuto sintomi? "Dopo la prima iniezione nessun sintomo. Prima di sottopormi alla somministrazione ho fatto esami del sangue e tampone. Gli esami sono stati ripetuti prima della seconda dose. Con questa, qualche lieve sintomo di malessere l’ho avvertito, ma poi tutto tranquillo". Come si struttura il percorso? "Tutti i giorni mi mandano un link con una password per compilare un diario giornaliero dove annoto sintomi, temperatura e qualsiasi variazione. Abbiamo un numero attivo h24 per segnalare disturbi improvvisi e per assistenza. Anche il medico di base ha tutta la documentazione. Il 7 maggio, trascorso il periodo necessario, vedremo se ho sviluppato o meno gli anticorpi". Non ha avuto paura prima di iniziare la sperimentazione? "No, nessun timore. Credo nella scienza e il negazionismo che dilaga in modo ignorante lo valuto come una zavorra inutile. Dipendesse dai negazionisti ci cureremmo come nel Far West". Potrà accedere eventualmente a un altro vaccino? "Sì, se non ho sviluppato gli anticorpi mi iscriverò alle liste per sottopormi alla somministrazione di un altro vaccino. L’unica cosa ancora da chiarire è per il passaporto vaccinale, perché quello sperimentale non rientra tra quelli autorizzati Aifa".