Coronavirus, zona rossa a Milano "non esclusa". E accesso più facile all’esito dei test

Procedura veloce per il fascicolo elettronico. Sala attacca sui tamponi, l’Ats: tracciare non contiene più il virus

Coronavirus

Coronavirus

Milano, 23 ottobre 2020 - Ieri Milano ha sfondato quota duemila nuovi contagiati in un giorno (2.031) e la città, a 917, marcia spedita verso il migliaio. E secondo Marco Trivelli, il direttore del Welfare in Regione, in questa situazione "non è da escludere nessuna misura" a Milano, neppure una zona rossa. Perché qui il virus corre ancor più veloce che nell’intera Lombardia, che ieri come l’altroieri registrava 4.125 nuovi casi, con circa 700 tamponi in meno. Un volume comunque record di 35.715 test, e con questo traffico, ha spiegato l’assessore Giulio Gallera, serve un aiuto a "superare le attese per la comunicazione dei referti". Che vengono caricati immediatamente sul fascicolo sanitario elettronico (Fse); ma come raccontavamo tre settimane fa sul Giorno , solo un lombardo su sei ha attivato l’accesso diretto (e poco più di metà ha autorizzato ad accedervi il proprio medico di base) a questo strumento che esiste da tre anni, ma di cui molti han scoperto l’utilità o persino l’esistenza in occasione della pandemia.

Anche perché le procedure per aprire l’accesso diretto somigliavano a un trattato d’ingegneria burocratica, ma da ieri, ha spiegato Gallera, la Regione le ha semplificate brutalmente, per consentire "a tutti di consultare da casa l’esito del proprio tampone senza aspettare la telefonata del medico di base o la comunicazione dell’Ats o dell’Asst". Basta aderire al ritiro online dell’esito quando si prenota o si fa il tampone, e poi sul portale https://www.fascicolosanitario.regione.lombardia.it si potrà entrare nel proprio Fse con un’autentificazione veloce, inserendo codice fiscale, le ultime 5 cifre del numero di tessera sanitaria e quello del cellulare; sul telefono arriverà un sms con un codice di 4 cifre per autenticarlo, e poi i codici per attivare il fascicolo, che conserverà il referto del Covid test per 15 giorni.

Dall’attesa del verdetto all’attesa del tampone: il sindaco Beppe Sala ieri ha letto su Facebook il messaggio di una mamma, "classi e famiglie in quarantena non ricevono comunicazioni da Ats". "Penso veramente che Ats debba fare di più - pesta i piedi il primo cittadino -: in tanti mi segnalate che c’è da aspettare troppo tempo dal momento in cui c’è una segnalazione per il tampone" (che per un contatto stretto senza sintomi, in base alle nuove regole del Ministero della Salute, va effettuato alla fine della quarantena di 10 giorni ed è prenotabile anche online attraverso il sito dell’Ats, ndr ).

Proprio ieri, ha fatto sapere poi l’Ats Metropolitana, il sindaco ha avuto un incontro coi vertici dell’Agenzia di tutela della salute, nel quale gli son state date "rassicurazioni sugli sforzi in corso" per aumentare i test che nella Città metropolitana son già passati da 37 mila a 57 mila a settimana; una potenza che "migliorerà" con l’apertura di altri punti tampone "soprattutto nei giorni festivi". E però, hanno ribadito a Sala i direttori generale Walter Bergamaschi e sanitario Vittorio Demicheli, adesso "il livello dell’epidemia è tale che il tracciamento e le politiche di tamponamento, importanti per prendere in carico chi avrà bisogno di cure, non sono più strumenti in grado di contenere la diffusione del contagi". Adesso occorre "concentrare gli sforzi per misurare tempestivamente l’effetto delle manovre restrittive e indirizzare le risorse di prevenzione" sulla priorità "di difendere i soggetti più fragili"; obiettivi sui quali Ats ha chiesto al Comune "collaborazione".

Del resto quel che il ds Demicheli ripete da giorni - e cioè che i 200 “tracciatori” dell’Ats non possono star dietro a 20 mila contatti generati da duemila positivi al giorno - ieri l’ha affermato persino Luca Zaia, il governatore del Veneto considerato campione di tamponi, che aveva 1.325 nuovi positivi su 4,9 milioni d’abitanti. Demicheli ieri ha aggiunto che "l’eccessiva fiducia nel tampone", soprattutto fatto senza una vera indicazione, "provoca dei paradossi: persone che fanno il test e poi continuano a uscire in attesa dell’esito, oppure si contaminano facendo la coda" accanto ai sintomatici veri.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro