Coronavirus, meno vigili al lavoro ed è polemica: "Così il Comune ci sta umiliando"

Il vicesindaco Scavuzzo: sospesi solo servizi non indispensabili, 150 agenti in servizio su ogni turno. Tre casi di Covid-19 nella polizia locale: in un Comando decentrato, all’Ortomercato e in Tribunale

Polizia Locale a Milano in una foto di archivio

Polizia Locale a Milano in una foto di archivio

Milano, 17 marzo 2020 - Il malumore ha iniziato a correre sulle chat sin da domenica sera ("Ci lasciano tutti a casa"), una volta preso atto del provvedimento della Direzione sicurezza urbana sulla rimodulazione dei servizi dei ghisa in epoca di emergenza coronavirus. Un provvedimento che ieri il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo ha spiegato così: "La città e i cittadini in queste settimane hanno cambiato modo di vivere, e la polizia locale si è prontamente adeguata alle nuove esigenze, attraverso un’organizzazione dinamica, che segue l’evolversi della situazione che siamo costretti a fronteggiare nel comune sforzo di tutelare la salute di tutti, a partire da quella degli stessi agenti".

Entrando nel merito, l’amministrazione fa sapere di aver sospeso (da domani) "solamente quei servizi che a oggi risultano non indispensabili, se non proprio inutili: per esempio il controllo delle soste che a oggi sono libere, dei lavori stradali laddove sospesi, dei mercati rionali che non si svolgono, e i controlli sulle ordinanze di Area B e Area C che sono sospese". Ogni zona della città avrà per turno diurno due pattuglie ordinarie (4 vigili in tutto), una pattuglia "autoquartiere" e due coppie di ghisa di quartiere in bici, più sei motociclisti del Radiomobile e ghisa di altri nuclei, per un totale di 133 operatori (più 12 di "coordinamento servizi esterni"); per quanto riguarda sera e notte, il numero di operatori si attesterà rispettivamente a 39 e 21. Garantiti il proseguimento dell’attività investigativa dei servizi di polizia giudiziaria e le attività delle unità di pronto impiego "per i controlli delle quarantene e le problematiche legate a persone positive al contagio". Sul fronte degli uffici, l’obiettivo è favorire lo smart working o in alternativa la fruizione delle ferie 2018 e 2019 ("ove non risulti possibile attivare il lavoro presso la residenza del dipendente e nella misura in cui la disponibilità di operatori risulti eccedere il fabbisogno giornaliero", si legge nel documento del comandante Marco Ciacci).

Misure che molti ghisa hanno mal digerito, interpretandole come un modo per mettere da parte la categoria e non coinvolgerla nella battaglia al Covid-19: "Si tratta dell’ennesima umiliazione da parte di questa Giunta – va all’attacco il segretario del Sulpm Daniele Vincini –. I ghisa hanno sempre dimostrato attaccamento al lavoro e voglia di sostenere la cittadinanza in questo momento difficile, ma il Comune ha deciso di fare a meno di noi: siamo stati in prima linea ad Amatrice e Genova, solo a Milano sembriamo di troppo". E ancora: "Tantissimi colleghi di reparti al momento fermi hanno dato la disponibilità a indossare la divisa per scendere in strada, ma ci è stato impedito". Tra l’altro, sempre in tema di coronavirus, al Giorno arrivano conferme da più fonti su tre distinti casi di contagio nel Corpo della polizia locale: uno in un Comando decentrato (alcuni colleghi sono in isolamento), uno nel contingente impiegato all’Ortomercato e uno tra gli agenti che prestano servizio in Tribunale.

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