Coronavirus, la richiesta: "Tamponi anche sui tossicodipendenti"

Le comunità chiedono garanzie all’Ats. Stop ai nuovi ingressi, il sistema dell’assistenza rischia di crollare

Alcuni ospiti della comunità hanno creato un cartello con la scritta “Andrà tutto bene"

Alcuni ospiti della comunità hanno creato un cartello con la scritta “Andrà tutto bene"

Milano, 28 marzo 2020 - Gli ospiti hanno dipinto la scritta “Andrà tutto bene“, per sconfiggere la paura. Gli operatori si ingegnano per sopperire con l’ingegno alla perenne carenza di mascherine e disinfettante, con le riserve finanziarie che scendono giorno dopo giorno. L’emergenza coronavirus sta mettendo a rischio anche il sistema dell’assistenza alla persone con problemi di tossicodipendenza, tra comunità che per sicurezza hanno sospeso i nuovi ingressi anche per evitare possibili contagi e "salti mortali" per continuare a garantire un servizio in una situazione al limite.

"Continuiamo a offrire assistenza a distanza a chi ha bisogno di aiuto ma non ci sono le condizioni per accettare l’ingresso di nuovi utenti", spiega Pierangelo Puppo, presidente di Dianova Italia, rete di comunità che attualmente ospita circa 130 persone in diverse città, tra cui Garbagnate Milanese. "Finora siamo riusciti a evitare contagi - prosegue - abbiamo scritto una lettera alle Ats e alle Regioni chiedendo garanzie sul fatto che, se dovessimo accettare nuovi utenti, venga effettuato un tampone corredato da certificazione medica, a carico delle strutture sanitarie che li stanno seguendo". Un problema rimasto finora invisibile, nell’emergenza sanitaria che ha colpito la Lombardia, ma che presto potrebbe far sentire i suoi effetti su un tessuto sociale già messo a dura prova. Chi ha problemi di tossicodipendenza e resta senza assistenza non si chiude in casa, non si ferma davanti ai divieti, ma va in cerca della sostanza. Rimane totalmente sulle spalle dei parenti. "Le richieste che avanziamo – spiega Dianova – sono necessarie per continuare a dare risposte e a non far crollare tutto l’articolato sistema di intervento pubblico e privato accreditato nel quale operiamo".

Un appello lanciato da Puppo a "non abbandonare le comunità come è stato fatto finora", e a non lasciare sole le persone con problemi di tossicodipendenza. Dianova fa appello alla solidarietà per poter acquistare mascherine, guanti, gel disinfettanti e camici. Materiale che non viene fornito dal sistema sanitario. Intanto gli operatori continuano a lavorare, combattendo per tenere lontano il coronavirus dalle comunità, dove un contagio avrebbe effetti devastanti. "Le difficoltà ci sono e stiamo cercando di affrontarle - spiega Puppo - una delle nostre psicologhe si è offerta di prestare sostegno a distanza agli operatori che hanno bisogno di un aiuto. Di fronte alla mancanza di materiale abbiamo usato l’ingegno, realizzando disinfettante in casa secondo le indicazioni dell’Oms, con alcol e acqua ossigenata. E stiamo sostenendo grossi costi per garantire le forniture di mascherine".

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