Musica contro il Coronavirus: "Suono per mio figlio. E per dare speranza"

Il trombettista dietro le sbarre che ha emozionato la città con “O mia bela Madunina”. "Ho solo seguito il mio istinto. È un momento duro, ma supereremo anche questa"

Il trombettista milanese Raffaele Kohler

Il trombettista milanese Raffaele Kohler

Milano, 15 marzo 2020 - Una tromba fa capolino e lancia musica oltre le sbarre in ferro battuto di una finestra al piano terra di un palazzo in via Fauché, in zona Fiera. Basta questa per evadere: le note volano ai palazzi di fronte e poi al quartiere. Nessuno può fermarle, non c’è rischio di contagio con la melodia che accarezza i cuori. "O mia bela Madunina". La musica riempie tutto. Così il trombettista milanese Raffaele Kohler ha commosso, emozionato, richiamato a sé i vicini e i (pochi) passanti venerdì sera, dando il via a un concerto improvvisato per il flash mob durante il quale musicisti e semplici cittadini si sono esibiti affacciandosi in contamporanea a balconi e finestre in tutta Italia per sentirsi uniti in questo momento di emergenza.

Immaginava di suscitare tanto entusiasmo? "No, ho semplicemente seguito il mio istinto. Sapevo che alle 18 ci sarebbe stato questo flash mob, avevo ricevuto l’invito Anbima, l’Associazione nazionale bande italiane, che sui social ha lanciato l’hashtag #nonfermiamolamusica, e ho aderito molto volentieri. Mi era già capitato di suonare in questi giorni, è toccante: mi sono reso conto di quanto la gente chiusa in casa abbia voglia di sentire musica. Quella di venerdì non è stata una mia esibizione, è stata un’esibizione corale, un concerto che ha unito più persone. Persone che non conosco, eppure in quel momento eravamo tutti uniti. Una donna rispondeva alla mia musica da uno dei palazzi di fronte cantando con voce lirica. Una mia vicina, pianista giapponese, si è aggiunta".

Perché O mia bela Madunina? "Ho scelto questo brano simbolo di Milano (composto da Giovanni D’Anzi nel 1934, ndr) per dare forza alla nostra città, perché la melodia che tanto ci è cara possa tirarci su il morale aiutandoci a superare questo momento critico. Milano è forte, eppure un fatto del genere non le era mai capitato: non si era mai fermata prima d’ora, neppure sotto i bombardamenti della guerra. La scena è anche simbolica: la tromba dietro le sbarre della finestra richiama l’isolamento e, nello stesso tempo, la musica che esce infonde speranza".

Lei è musicista per lavoro? "Sì, sono un trombettista e lo considero il lavoro più bello del mondo. Suono in due gruppi: Raffaele Kohler swing band e Slide Pistons, il primo più swing come dice il nome, il secondo più rock. A casa mi esercito e ho la fortuna di avere vicini che non solo non si lamentano ma mi sostengono anche, nonostante la tromba sia molto squillante".

Quanti anni ha? "Quasi 39. Li compirò martedì 17 marzo. Un compleanno in isolamento. Ma non mi pesa stare a casa. Certo, mi mancano la mia compagna Elisabetta e il mio bimbo Anteo di neanche due anni".

Come mai siete separati? "Loro sono a Mantova dai nonni, da prima che scattassero le misure restrittive. Io sono rientrato a Milano il 6 marzo per delle commissioni e poi sono rimasto qui. Ho evitato di spostarmi, seguendo le prescrizioni. Ma ci mandiamo mille messaggini al giorno e suono per il mio bimbo anche a distanza. È un momento così, bisogna avere pazienza. Certo, mi mancano anche i concerti, stare insieme agli amici, vivere Milano. Ma supereremo anche questa".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro