Coronavirus, i positivi non possono usare i mezzi

La Prefettura: né su metrò e bus, né sui taxi. Finora la valutazione era lasciata alla centrale delle auto bianche

Il prefetto Renato Saccone

Il prefetto Renato Saccone

Milano, 22 aprile 2020 - «Ferma restando la valutazione propria dell’Autorità sanitaria, i “positivi”, anche in caso di dimissioni ospedaliere, non possono utilizzare i mezzi adibiti al servizio pubblico, compreso il servizio taxi". Così il prefetto Renato Saccone ha risposto a un quesito che i tassisti si stavano ponendo dall’inizio dell’emergenza Covid: come dobbiamo comportarci quando riceviamo una chiamata dagli ospedali per andare a prendere un paziente infettato dal coronavirus? La comunicazione di Palazzo Diotti - inviata ieri alle principali associazioni di categoria e per conoscenza al governatore Attilio Fontana, al sindaco Giuseppe Sala, all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, al dg dell’Ats Milano Walter Bergamaschi e all’assessore comunale alla Mobilità Marco Granelli - è arrivata a seguito di richieste esplicite da parte dei sindacati, con due lettere inviate lo scorso 14 aprile, per avere linee guida operative alle quali affidarsi.

«Finalmente è stata fatta chiarezza su un argomento molto delicato, che riguarda la salute di tutti i colleghi", fa sapere Silla Mattiazzi, delegato di Uiltrasporti, che in queste settimane si è speso per dare più garanzie possibili ai conducenti di auto bianche. Capita quasi tutti i giorni che gli ospedali, o direttamente i pazienti “positivi” in condizioni non così gravi da necessitare del ricovero o dimessi dopo alcuni giorni di degenza, chiamino i radiotaxi per prenotare una corsa. Fino a ieri, la valutazione era lasciata alla centrale e di conseguenza al singolo tassista, ed è successo che alcuni abbiano rifiutato la chiamata. Ora l’indicazione di Saccone traccia un percorso netto da seguire: i “positivi” non possono utilizzare i mezzi pubblici. Il motivo è fin troppo evidente: i contagiati rischiano di diventare veicolo di propagazione del virus.

Stesso discorso , ragiona Mattiazzi, "va fatto per coloro che chiamano dalle loro abitazioni per recarsi in ospedale e sottoporsi al doppio tampone che ne deve accertare la “negativizzazione”: troppo rischioso anche in quel caso". Detto questo, resta ancora in piedi la richiesta dei sindacati a Regione e Ats di avere un protocollo sanitario al quale attenersi in servizio, soprattutto per quanto riguarda la fase 2: le direttive inserite nelle delibere di Palazzo Lombardia sul trasporto pubblico non di linea non sono al momento ritenute soddisfacenti né sufficientemente esplicative sul modus operandi. A proposito di sicurezza a bordo delle auto bianche, due giorni fa è arrivato il via libera del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’installazione di elementi divisori, anche con “soluzioni provvisorie”, tra sedili anteriori e posteriori, così da creare separazione tra l’abitacolo e il posto occupato dal passeggero.

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