NICOLA PALMA
Cronaca

Elicotteri, droni e posti di blocco: "Non vanifichiamo gli sforzi fatti contro Covid-19"

Maxi controlli per evitare le fughe di Pasqua: 660 multati in 24 ore, code su Milano-Meda e autostrade

Posto di blocco della Polizia di Stato

Milano, 12 aprile 2020 - Dal centro alle periferie. Dalla mobilità cittadina agli spostamenti verso mare, laghi e montagna. Con gli elicotteri delle forze dell’ordine a monitorare tutto dall’alto e i droni della polizia locale in volo sui parchi. L’ulteriore giro di vite sui controlli anti-contagio è scattato mercoledì, così da intercettare il maggior numero possibile di “furbetti“ in viaggio verso le seconde case, ed è entrato nel vivo ieri, con posti di blocco sia nel capuluogo che nel resto dell’Area metropolitana: incolonnamenti in diversi punti, a cominciare dalla Milano-Meda ieri notte.

Sulla scorta di quanto messo a punto martedì dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il questore Sergio Bracco ha predisposto un raddoppio del dispositivo abitualmente impiegato, con l’obiettivo di scongiurare le temute “fughe“ dalla metropoli: rispetto alla media giornaliera di uomini e mezzi impiegati, che prevede 20 Volanti dell’Upg e 20 dei commissariati di zona, sono state aggiunte altre 50 pattuglie solo per le verifiche. «Abbiamo in campo un imponente sistema di controllo non solo nel Milanese, ma in tutta Italia – ha chiarito a Sky Tg24 il prefetto Renato Saccone –. Chiunque abbia la malaugurata idea di andare nella seconda casa sarà bloccato e sanzionato e avrà la riprovazione di tutti". Il messaggio è chiaro: "Non vanificare gli sforzi fatti" durante il lockdown, perché in questo momento "non rispettare le regole è puro “tafazzismo“, è volersi male". Certo, i numeri restano in linea di massima confortanti: "L’autodisciplina sta dando i suoi frutti – ha aggiunto Saccone – e dai controlli emerge una grande responsabilità da parte dei cittadini: il 97-98% dei controlli dice che chi esce lo fa per giustificati motivi e che abbiamo un netto calo delle presenze esterne". Tuttavia, "cerchiamo di essere attenti nell’uscire, razionalizziamo ancor di più le uscite e teniamo duro: più saremo rigorosi, meno ci esporremo al rischio".

È vero, la stragrande maggioranza delle persone si sta attenendo ai dettami del Governo, ma ce sono altre – anche una percentuale del 2-3% può assumere un significato diverso se si ragiona su numeri a sei zeri – che invece provano quotidianamente a dribblare le regole: "Ieri (venerdì, ndr) abbiamo raggiunto il record di 41% della mobilità, più della settimana scorsa", ha spiegato il vicepresidente della Regione Fabrizio Sala, riferendosi alle statistiche lombarde sui movimenti censiti attraverso l’analisi delle celle telefoniche. "Siamo andati a fare il campionamento su alcune zone e sui Comuni dove le strade portano alle località turistiche, notando dati superiori al 5-6-7% rispetto alla media lombarda – ha proseguito Sala –. Abbiamo comunicato questo ai prefetti, che hanno predisposto dei controlli". Tornando a Milano, in città gli sforzi si stanno concentrando sulle aree verdi come i parchi Nord (affidato alla Finanza), Forlanini (carabinieri) e Lambro (polizia). Massima attenzione lungo le principali arterie che portano verso tangenziali e autostrade: da via Rubicone a via Palmanova, da viale Testi (dove venerdì sera c’erano i carabinieri del Radiomobile) a via Novara. L’altro ieri, gli accertamenti su 18.497 persone ha portato a sanzionarne 660 (il 3,56%) e a denunciarne una per aver dichiarato il falso e tre per aver violato l’obbligo di quarantena.

Ultima nota per la circolare inviata dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sui rischi legati all’emersione di tensioni sociali sul fronte della lotta al Covid-19 e all’intervento sotterraneo della criminalità organizzata per cercare di accaparrarsi fette dell’economia legale facendo leva sulla crisi economica. "Partiamo da un tessuto sociale e istituzionale che ha già da tempo la lotta alle mafie come priorità – ha sottolineato Saccone –. Ora dobbiamo fare un’analisi attenta della situazione attuale, tenendo presente che è falso immaginare per la ’ndrangheta tentativi di infiltrazione solo su grandi appalti e grandi opere: purtroppo, c’è la capacità di ramificarsi e di colpire anche settori apparentemente marginali", come ad esempio il mercato delle mascherine.