
A Milano la proposta di un "salario milanese" per contrastare il lavoro povero e garantire dignità ai lavoratori, attraverso la contrattazione territoriale e nuovi strumenti di welfare.
La ricetta prevede "contrattazione territoriale", per integrare i minimi salariali previsti dai contratti nazionali in ragione dei differenziale del costo della vita nella Città metropolitana di Milano, unita a nuovi strumenti di welfare. La sfida è realizzarla nel concreto, superando resistenze e rompendo lo status quo. "Con il nostro studio abbiamo voluto offrire un elemento di conoscenza in più e una base per una discussione, senza la pretesa di fissare parametri o di fare pressioni sulle parti sociali", spiega il giuslavorista e docente Bocconi Maurizio Del Conte, che coordina il gruppo di lavoro sul “salario milanese“ promosso da Adesso! e Tortuga. "Il risultato dei 10 euro orari rappresenta il valore salariale minimo per non scivolare sotto la soglia di povertà – prosegue – occorre ora restituire alla contrattazione collettiva il ruolo di autorità salariale capace di intercettare e prevenire fenomeni di lavoro povero che si annidano anche in una delle aree più ricche del Paese".
Il tanto enfatizzato "modello Londra", con il salario minimo cittadino, "difficilmente può adattarsi alla realtà italiana" che vede i settori regolati da una pluralità di contratti. Così come viene spesso "evocato a sproposito", secondo Del Conte, il rischio di un ritorno alle gabbie salariali. "Proponiamo di fare una riflessione senza pregiudizi – prosegue – ad esempio un settore come quello del commercio potrebbe fissare, attraverso la contrattazione territoriale, retribuzioni minime più alte rispetto a quelle nazionali. In questo modo si eviterebbero lavoro povero, dumping salariale, concorrenza sleale. Anche amministrazioni locali come il Comune possono fare molto per migliorare le condizioni di lavoro – conclude – mettendo in campo strumenti di welfare per i propri dipendenti e vigilando sulle condizioni di chi si occupa dei servizi appaltati ad aziende esterne".
Andrea Gianni