
Conquistare l’autonomia L’obiettivo è più vicino con il progetto Casa Faro
di Monica Guerci
"Casa Faro" ad Arese, due piani, due appartamenti da 4 posti ciascuno, è un progetto tra i pochi nel suo genere. Qui con il sostegno dell’amministrazione comunale (che ha concesso in comodato d’uso l’intero stabile), e il contributo di Fondazione Cariplo, la cooperativa Nazaret sperimenta la conquista dell’autonomia abitativa per adulti e giovani con disabilità medio-lieve. "Una palestra di vita per molti ragazzi e ragazze che potenzialmente potrebbero vivere in totale autonomia", spiega Manuela Moretti, presidente della onlus.
Due piani, due progetti...
"Il piano terra è dedicato ai percorsi di inclusione sociale a favore di persone con patologia psichiatrica ad alta autonomia che hanno completato i passaggi di cura e di stabilizzazione della malattia. In uscita dalla residenzialità leggera, li accompagniamo nel passaggio verso una totale autonomia, aiutandoli nella ricerca del lavoro e di una casa definiva. L’appartamento al primo piano, invece, è dedicato al progetto di vita indipendente per persone con disabilità medio lieve. Il progetto prevede un percorso che accompagni giovani adulti ad una vita autonoma al di fuori del nucleo familiare. Sarà un appartamento con basso presidio educativo, solo diurno. Almeno questo è il nostro obiettivo".
L’alternativa?
"Attualmente esistono comunità per disabili gravi, inadeguati per persone con disabilità medio lieve con capacità lavorative e che possono potenzialmente entrare nel mondo del lavoro; per loro una soluzione non è mai stata pensata. Da qui l’idea di Casa Faro. Una casa accogliente, priva di barriere architettoniche dove le persone possano sperimentarsi tramite i progetti attualmente attivi e decidere, un domani, di trasferirsi facendola “propria“".
Vivere da soli quando ancora c’è la famiglia. Un’esigenza?
"Ci piace pensare al “durante noi“ piuttosto che al “dopo di noi“; crediamo sia un diritto poter scegliere con chi vivere e dove vivere. Ecco perché i progetti di “Palestra di vita“ che sono nati e si stanno sviluppando sul territorio sono fondamentali come percorsi verso l’“autonomia potenziale“. Parliamo di ragazzi che, come tutti gli adolescenti, cercano la propria identità, hanno bisogno di prendere le distanze dalla famiglia. Culturalmente siamo propensi a pensare che le persone con disabilità non crescano mai: in realtà anche in loro avvengono evoluzioni di crescita in campo emotivo, relazionale e nelle autonomie. Per questo stiamo lavorando per aiutarli a trovare la loro autonomia attraverso una soluzione abitativa che possa essere adeguata a persone che, pur nella loro fragilità, possono e devono diventare risorsa per sé stessi e per il territorio".