
L'articolo apparso sul Giorno
MIlano, 25 aprile - Resta senza un colpevole, archiviata come una tragica fatalità, dovuta a un evento meteo "imprevedibile" pur in un’area ad alto rischio, la morte dei coniugi milanesi Vincenzo Mattioli e Barbara Gulizia, 71 e 69 anni, travolti da una frana in un parcheggio a Courmayeur il 6 agosto 2018. Il gip di Aosta Giuseppe Colazingari ha archiviato definitivamente l’inchiesta a carico dell’allora sindaco della località turistica valdostana, Stefano Miserocchi, indagato per omicidio colposo plurimo, disastro e lesioni colpose subite dalle persone che rimasero ferite a causa della colata detritica. È stata quindi respinta la richiesta dei figli della coppia, Simone ed Emanuela Mattioli, assistiti dallo Studio3A-Valore e dall’avvocato Alberto Berardi, di non chiudere il caso e disporre l’imputazione coatta dell’ex sindaco. "Come temevo nessuna giustizia – spiega Emanuela Mattioli – purtroppo a livello penale non potremo più andare avanti ma intenteremo una causa civile contro il Comune di Courmayeur". Un tentativo per ottenere, almeno, un risarcimento dei danni subiti.
La Procura di Aosta, che aveva chiesto l’archiviazione ora accolta dal giudice, sulla base di una consulenza tecnica affidata alla geologa Elisabetta Drigo non aveva rilevato responsabilità da parte del Comune: quella colata detritica che durante un forte temporale si staccò dalla montagna invadendo la strada comunale della Val Ferret, travolgendo alcune auto fino a spazzare via la Panda gialla nel parcheggio con a bordo i coniugi milanesi, unici deceduti, fu un evento impossibile da prevenire. Per i consulenti dei parenti delle vittime, invece, quella frana era prevedibile, anche sulla scorta di episodi avvenuti in passato. L’area non era messa in sicurezza e quel parcheggio era una "bomba a orologeria". Non è stato considerato, secondo il legale della famiglia, l’elemento "decisivo e peraltro condiviso da tutti, anche dal consulente tecnico della Procura": la posizione pericolosissima ed esposta alle frane di quel parcheggio pubblico, oggi interdetto all’uso.
Per la famiglia milanese, del quartiere Bovisasca, Courmayeur fino all’agosto 2018 aveva significato solo vacanze, passeggiate in montagna e relax nella casa di villeggiatura. "I miei genitori sono deceduti per asfissia meccanica da compressione, sotto una valanga di sassi che non ha più consentito loro di respirare – sottolinea Simone Mattioli – è toccato a loro, ma poteva capitare a chiunque, famiglie, bambini, perché in quel parcheggio, che non era neppure regolamentato, posteggiavano tutti la macchina: l’unica consolazione è che, quanto meno, un risultato la nostra battaglia l’ha prodotto, oggi quel park è stato finalmente chiuso e non rappresenta più un pericolo. Ma qualcuno deve pure avere la responsabilità anche penale di aver consentito quel luogo per la sosta pubblica in un’area a rischio e dove si erano già verificate colate detritiche. Andremo avanti non tanto per un aspetto risarcitorio ma per una questione di verità e giustizia, per non lasciare del tutto impunita la morte dei miei genitori e per ricordare una volta di più che l’Italia è un Paese ad alto rischio idrogeologico".
Delusione e amarezza anche nelle parole delle sorella, Emanuela. "L’unica giustificazione a questa decisione è che il giudice non se la sia sentita di attribuire tutta la responsabilità penale a una sola persona, l’ex sindaco Miserocchi – sottolinea – che all’epoca dei fatti era in carica da pochi mesi. Perché non c’è dubbio che qui siamo di fronte a una mala gestio del territorio, da parte delle varie amministrazioni comunali succedutesi nel tempo, che durava da decenni".