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Ciro Di Maio, il conduttore tv con droga dello stupro: primi testimoni al processo

Il pm chiede la revoca degli arresti domiciliari

Il conduttore tv Ciro Di Maio, 46 anni

Milano - Primi testimoni nel processo milanese a Ciro Di Maio, conduttore tv e attore arrestato il 24 agosto scorso con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio, per essersi fatto spedire nella sua casa, in zona Loreto, un litro di Gbl, liquido incolore conosciuto anche come "droga dello stupro". Ieri sono stati ascoltati alcuni investigatori della Squadra mobile e il pm Leonardo Lesti, dato l’avvicinarsi della scadenza dei termini di custodia cautelare, ha chiesto la revoca dei domiciliari per l’imputato e la sostituzione con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

"Non sono uno spacciatore, la sostanza non era destinata a feste o altro, era solo per me, ne sono dipendente e sto cercando di seguire un programma terapeutico che prevede di “scalare“, riducendo mano a mano il consumo", aveva detto nell’interrogatorio davanti al gip Sara Cipolla il 46enne, volto televisivo di programmi di viaggi sul canale Marcopolo che ha recitato in diverse fiction, oltre ad aver esordito alla fine degli anni ‘80 come uno dei "carramba boys". Dopo l’interrogatorio il giudice, pur convalidando l’arresto, aveva disposto i domiciliari come misura adatta a contenere le esigenze cautelari e Di Maio era uscito da San Vittore.

Ieri il suo legale, l’avvocato Nadia Savoca, ha chiesto la revoca della misura cautelare. Il giudice Paolo Guidi deciderà nella prossima udienza del 24 maggio. Il conduttore aveva già ottenuto prima i domiciliari e poi l’obbligo di firma nell’altro procedimento in corso a suo carico, sempre per acquisto e detenzione ai fini di spaccio, per un ordine da 4 litri di Gbl dalla Cina che lo aveva fatto finire in carcere a dicembre 2020.