LAURA LANA
Cronaca

Come cambia Sesto San Giovanni: non solo Città della Salute, tutti gli interventi di rigenerazione oltre le Falck

Dall’ex Enichem al Cinema Elena passando per la Cabina Enel: la vecchia città cede il passo alla nuova. Residenze, studentati, strutture ricettive per anziani ma anche corridoi ecologici. Uno sviluppo verticale

Rendering dell’intervento di rigenerazione nell’area Ex Enichem in cui svetta una torre

Rendering dell’intervento di rigenerazione nell’area Ex Enichem in cui svetta una torre

Sesto San Giovanni (Milano) – Non solo la riconversione delle ex Falck. In corso, appena chiusi e alle porte ci sono decine di interventi di agopuntura urbana, che stanno trasformando vecchi capannoni e terziario dismesso. Con un’offerta di residenziale mai vista prima nella storia della città.

Così, per l’ex Enichem – 16mila metri quadri tra via Luini, Monte Santo e il cavalcavia Buonarroti – l’operatore è in fase di deposito del piano di bonifica e ha intenzione di aprire il cantiere tra pochi mesi. Qui sorgerà una torre faro di oltre 80 metri, che entrerà a pieno titolo nello skyline sestese. Settimana prossima gli uffici comunali rilasceranno il permesso a costruire per l’ex Cinema Elena, che diventerà “Sintonia”, palazzina di 34 alloggi firmati UniAbita – e già venduti su carta – che ricucirà il Rondò a piazza Trento e Trieste. La cooperativa ha già chiuso Boccaccio 164: 24 nuovi appartamenti affacciati su un sistema di tre corti interne, sorti sulle ceneri di un capannone industriale.

A pochi passi, in viale Casiraghi 508, l’architetto Marco Magni sta portando avanti “Il Giardino degli Ulivi“, dove una volta c’era una fabbrica che produceva essenze alimentari e floreali. Due palazzine di una trentina di metri e una stima di 300 nuovi residenti: è la Porta Nord. Stessa mano in via Marconi 248-254: l’intervento è già in corso per sostituire “l’hotel della miseria” con due nuove palazzine. Mancano solo le rifiniture, invece, nel supercondominio di piazza Oldrini, 107 appartamenti, che ha cancellato la storica sede Inps.

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Il progetto “Il Giardino degli Ulivi“ di viale Casiraghi 508

“Dove c’erano vecchie fabbrichette non può che nascere residenziale con una caratterizzazione degli edifici. Aver aperto alla verticalizzazione consente agli architetti di potersi esprimere, anche se può stridere con le costruzioni degli anni ’60 – ammette l’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda -. L’arrivo di studentati e Rsa grazie a Città della Salute, la salvaguardia del verde e nuovi corridoi ecologici renderanno Sesto una città modello sul lungo periodo”. Case degli universitari in via Milanese, nell’ex cabina Enel, dove si sta tirando su il settimo piano, e nell’ex Impregilo, 25mila metri quadri appena acquistati da Castello Sgr. C’è una quinta ipotesi per i fuorisede nell’ex palazzo delle telecomunicazioni, le Poste centrali, acquistate da Hines, lo stesso player di Unione Zero.

La mappa della rigenerazione si interrompe, però, appena si entra nelle grandi aree dismesse: il Vulcano, dove da maggio 2019, dopo aver cristallizzato i volumi esistenti, è tutto fermo e manca ancora un piano recupero, e il Decapaggio con un preavviso di rilascio per la sesta torre mai ritirato dal Gruppo Caltagirone. E con le opere pubbliche mai eseguite, come l’asilo e l’impianto sportivo. Il Deca scadrà tra poco più di 2 anni, come il piano Marelli: alla nuova Giunta comunale l’onere di escutere le fideiussioni. Intanto, gli uffici hanno notificato la sentenza alla vecchia e nuova proprietà delle aree Marelli e dal 2 luglio sono iniziati a decorrere i 50 euro per ogni giorno di ritardo nel deposito dei 21 milioni di fideiussioni.

Ferme al palo anche le ex Pompe Gabbioneta. “Sono deluso dagli operatori. Non per le proposte progettuali ma sull’effettiva capacità di investimento e flessibilità rispetto a un Comune che ha molto aperto e molto semplificato per agevolare rigenerazioni urbane, lasciando libertà di iniziativa. C’è scarsa capacità di cogliere queste finestre che non è detto restino sempre aperte”.