Concretezza, non utopia: "Non servono gli applausi: più di cento aziende donano"

La onlus Pane Quotidiano: l’unica cosa davvero inutile è la retorica da Robin Hood

Concretezza, non utopia: "Non servono gli applausi: più di cento aziende donano"

Concretezza, non utopia: "Non servono gli applausi: più di cento aziende donano"

"Se parliamo di aiutare le persone più bisognose, l’unica cosa di cui non abbiamo bisogno è la retorica da applauso, quei discorsi alla Robin Hood per cui i più ricchi devono dare per forza ai più poveri. Parliamo di utopia, non si è mai verificato da quando esiste il mondo. Quello che serve è la concretezza di chi opera, e non per motivi pubblicitari" la posizione di Luigi Rossi, il vicepresidente del Pane Quotidiano, la onlus laica che da 125 anni assicura prodotti alimentari alle fasce più bisognose della popolazione, soddisfacendo coi suoi "pacchi" il fabbisogno calorico dell’intera giornata. Quest’anno registra una media di 4.0004.500 passaggi ogni giorno, con punte di 5.000 nelle due sedi di viale Toscana e viale Monza.

Negli anni passati, la media era di circa 3.000-3.500, a dimostrazione di quanto sia profonda la sacca del bisogno. C’è un mondo economico che "qualcosa fa, dal mio osservatorio" secondo Rossi. "Sono oltre 100 le aziende che ci regalano le eccedenze di produzione, che a me piace pensare siano volute per aiutarci. Parliamo di un equivalente commerciale di 25-28 milioni di euro l’anno. Abbiamo donazioni da parte di imprenditori e istituzioni finanziarie. Tra loro anche tre o quattro fondazioni bancarie. Che sia tanto o poco rispetto al loro giro d’affari o agli extra profitti non lo so: non sono io che devo entrare nel merito. Da parte del mondo imprenditoriale e finanziario non servono contributi a pioggia, tanto per dire di aver fatto qualcosa, ma risorse a sostegno di tutti i progetti virtuosi per la solidarietà, in grado di dare risposte a chi ha bisogno", dice Rossi. Nomi precisi di benefattori il vicepresidente non li dice neppure sotto tortura, "perché sono gli stessi a non cercare visibilità in merito. Però, solo per fare un esempio, una multinazionale a capo di una batteria di marchi famosi di largo consumo ci ha regalato un camion frigorifero da 130mila euro, 10mila scatolette di tonno, e in più ci hanno fatto una donazione da 50mila euro. L’ex proprietario di una marca svizzera di orologi di lusso ha staccato un assegno di 100mila euro. Sono risorse importanti per garantire l’operatività a un’associazione come la nostra che registra ogni anno qualcosa come un milione e 200mila passaggi".

Annamaria Lazzari