ANDREA GIANNI
Cronaca

Comune, pausa pranzo a ostacoli: "Bar “fantasma“ e celiaci ignorati"

Per chi lavora nei cimiteri locali convenzionati a oltre un chilometro di distanza. I sindacati: patti violati

Comune, pausa pranzo a ostacoli: "Bar “fantasma“ e celiaci ignorati"

Comune, pausa pranzo a ostacoli: "Bar “fantasma“ e celiaci ignorati"

I dipendenti del Comune di Milano con disturbi alimentari cronici, come la celiachia, non sanno dove andare a consumare il pasto. Per altri, come ad esempio chi lavora nei cimiteri, il locale convenzionato più vicino si trova a oltre un chilometro di distanza. Poi ci sono bar o ristoranti inseriti nell’elenco di quelli convenzionati con Palazzo Marino ma che in realtà non lo sono, altri ancora risultano chiusi. È trascorso quasi un anno dall’accordo fra Comune e sindacati, davanti alla Prefettura, nella lunga vertenza sul "diritto al pasto" per chi lavora nelle sedi comunali e nei comandi della polizia locale. E, da allora, si sono sommati i problemi, tanto che le sigle Fp Cgil, Cisl Fp, Csa e la Rsu sono tornate a scrivere al prefetto chiedendo di convocare un nuovo incontro. Un lungo elenco di tutte le "criticità pervenute" da quando è stato introdotto il sistema del ticket elettronico (non cumulabile) spendibile in una serie di locali convenzionati. "Il Comune non ha rispettato ciò che era previsto nell’accordo – spiega Giovanni Molisse (Fp Cgil) – ed è grave che un diritto fondamentale come quello al pasto non venga garantito nei tempi e nei modi corretti. La direzione competente avrebbe dovuto controllare la veridicità della lista dei locali prima di fornirla ai lavoratori. Nell’incontro sindacale del 23 maggio ci è stato detto che il controllo si sta facendo a posteriori, e non è ancora terminato".

Orfeo Mastantuono (Csa) chiede che "vengano mantenuti gli impegni e che i lavoratori siano tutelati", con un "intervento immediato" per risolvere tutte le criticità, nell’ambito di una vertenza sfociata anche in manifestazioni davanti a Palazzo Marino. Il problema della distanza dai bar convenzionati, tra l’altro, colpisce persone che lavorano in zone più lontane dal centro, come i cimiteri o Linate. "Un pranzo con il corretto apporto nutritivo è diventato un miraggio – spiega Stefano Mansi (Usi) – e là dove è concesso prevede l’esborso di 3,5 euro oltre ai 7 della quota dell’amministrazione, con un aumento dei costi per i dipendenti superiore al 50% rispetto ai 2.15 euro di spesa precedente".