Sala: ho preso un quarto di voti in più del 2016. Il forte astensionismo non è a casa mia

Il sindaco: con i fondi del Pnrr trasformeremo la città, aspetto Draghi a Milano. Confronto con la Regione su case popolari e sanità territoriale

Il sindaco Giuseppe Sala

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Milano, 6 ottobre 2021 - Con i suoi collaboratori ha fatto un "giochino" pre-elettorale e ci ha quasi azzeccato: "Prenderò il 56%. L’ho letto negli sguardi della gente prima del voto". Alla fine il sindaco Giuseppe Sala ha conquistato il 57,73% dei consensi, ha vinto al primo turno le elezioni comunali staccando di 25 punti il suo rivale di centrodestra Luca Bernardo e a metà mattina di ieri è in Sala Alessi, a Palazzo Marino, per analizzare il voto e delineare le sue prossime mosse sulla Giunta e sul futuro della città: "Rispetto al primo turno del 2016 ho preso un quarto dei voti in più. L’astensionismo non sta a casa mia". Un modo per ribadire che non si sente meno legittimato perché si è recato alle urne solo il 47,69% degli aventi diritto. Sala , in ogni caso, punta a coinvolgere nel suo progetto tutti i milanesi, anche l’opposizione di centrodestra, a cui però chiede serietà: "Difficile collaborare con chi schernisce il tuo lavoro". Sulla squadra, il sindaco è netto: "La vicesindaco sarà ancora Anna Scavuzzo. Non terrò deleghe per me".Sala si concentra sull’agenda delle cose da fare, in primis i fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a Milano dovrebbero arrivare 4-5 miliardi di euro per mobilità, case popolari e scuole: "Ai ministri che mi hanno chiamato per congratularsi per la mia vittoria, ho subito chiesto che Milano chiede chiarezza sulle regole per i fondi. Quando il premier Mario Draghi, compatibilmente con la sua agenda, potrà venire a Milano, ne sarò felice. Con il Pnrr trasformeremo la città. Una trasformazione ambientale e digitale". Il sindaco , subito dopo, parla dei rapporti sulla Regione e anticipa che partirà in pressing sul governatore lombardo Attilio Fontana su due temi: "Riqualificazione delle case popolari e sanità territoriale". Sul primo punto l’obiettivo è provare a mettere insieme le case del Comune, gestite da Mm, e quelle della Regione, gestite da Aler, per dare una svolta alla qualità della vita nei quartieri popolari. Sul secondo punto, Sala chiede a Palazzo Lombardia di "essere coinvolto nella collocazione e nel funzionamento delle case di comunità, che se saranno uno ogni 50mila abitanti dovrebbero essere 28 a Milano. Non ci basta che la Regione ne parli con l’Anci (l’Associazione nazionale Comuni italiani, ndr ). Milano è Milano". Un altro tema in agenda è la riforma dei Municipi. Palazzo Marino è a un bivio, spiega il primo cittadino: "O dare ai parlamentini una parte delle risorse o farne il collettore delle richieste dei cittadini verso l’amministrazione". Sala sembra propendere per la seconda scelta e intanto conferma che tra i suoi primi impegni c’è "l’assunzione di 500 nuovi vigili urbani" da mettere tutti in strada per migliorare la percezione di sicurezza in città. A proposito di sicurezza, il sindaco sottolinea che Bernardo ha sbagliato a fornire una descrizione così negativa di Milano". Il capoluogo lombardo non è Gotham City". A elezioni ormai archiviate, resta un delicato nodo da sciogliere: il futuro dello stadio di San Siro. Il sindaco lo sa bene, dice di aver "fermato i motori" sul tema negli ultimi mesi "perché deve decidere il Consiglio comunale ed eravamo in campagna elettorale, non il momento migliore per affrontare la questione". Il numero uno di Palazzo Marino, però, fa capire che la trattativa con Milan e Inter a breve tornerà nel vivo: "I rappresentanti dei club mi hanno già chiamato, vogliono incontrarmi". C’è anche un obiettivo politico di medio-lungo periodo nelle riflessioni del sindaco: le Regionali del 2023. Sala avverte il centrosinistra: "Vincere in Lombardia è come scalare l’Everest. Non basta l’attuale instabilità momentanea del centrodestra, servono programmi e innovazione. Il problema della coalizione non si risolve con l’alleanza tra Pd e M5S". Peraltro i pentastellati, a Milano, hanno ottenuto un pessimo risultato elettorale, appena il 2,78% e non entreranno in Consiglio comunale, dopo dieci anni di permanenza: "Mi aspettavo un po’ di più dal M5S. Quando cambi pelle così radicalmente ci sta che c’è uno choc iniziale". Il numero uno di Palazzo Marino, infine, conferma: "Il mio messaggio ai milanesi è che nei prossimi cinque anni farò il sindaco di Milano, è evidente". Insomma, nessuna tentazione di incarichi politici nazionali. Almeno per ora.

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