
L'eloquente cartello alla raccolta firme
Cologno Monzese (Milano), 30 gennaio 2021 – La mobilitazione contro il maxi forno crematorio di Cologno Monzese arriva fino a Vimodrone, dove è nato il comitato cittadino del “no”. A volerlo sono i residenti che abitano nella zona di via Tintoretto, proprio sul confine tra le due città: portavoce del rione di 200 famiglie è l'ingegnere Carmine Suanno che annuncia“Lotteremo con tutte le nostre forze”. Nelle scorse settimane, Regione Lombardia aveva lanciato una call per i Comuni che volessero candidarsi, spiegando che gli attuali impianti di cremazione presenti, circa una decina, non bastano a soddisfare le richieste e ad accorciare le liste d’attesa, che sono diventate infinite per i decessi provocati dal Covid. Basti solo pensare che la media dei morti, solo a Cologno, è quasi raddoppiata, passando da 400 a 700 persone scomparse. In totale, sono 27 le istanze pervenute al Pirellone, per altrettanti municipi che hanno manifestato interesse alla possibilità di costruire una struttura all’interno del proprio territorio. Cinque di questi sono in provincia di Milano: Cologno Monzese, Rozzano, Rho, Cinisello Balsamo, che amplierebbe quella già esistente, e Brenate Ticino. A Cologno si è proposto un vero e proprio polo crematorio nel cimitero di via Longarone, che dovrà eseguire circa 5mila cremazioni all'anno, per ridurre le liste di attesa che si sono allungate durante l'emergenza e che riguardano anche l'utenza dei Comuni lombardi, in particolare il bacino che comprende il Nord Milano e l'Adda Martesana. In città era subito nato un movimento, anche attraverso alla petizione lanciata dal Pd locale che, in pochi giorni, ha già superato le 1.500 firme raccolte on line e nei banchetti al mercato o in piazza. “L'area già ospita, nelle vicinanze, uno dei più grossi impianti di compostaggio della città Metropolitana di Milano. Poi c’è il depuratore, il termovalorizzatore a confine con Sesto che diventerà un maxipolo per rifiuti e fanghi. Da qui il timore di un ulteriore aggravarsi della situazione ambientale del territorio, soprattutto per quanto riguarda le emissioni”, spiegano i firmatari della petizione. La maggioranza di centrodestra tranquillizza i protestanti: “Abbiamo solo risposto, chiedendo se il progetto sarebbe fattibile in quello spazio. Non c’è alcun vincolo o obbligo alla realizzazione”.