
La protesta dello Spazio 20092
Cinisello Balsamo (Milano) - Per la legge sono degli abusivi e per questo andranno sgomberati. Per la realtà sociale cinisellese sono diventati un punto di riferimento in grado di dare risposte a problemi crudi e reali, soprattutto in quest’epoca di crisi ed emergenza sanitaria: la fame e la necessità di un tetto. Lo Spazio 20092 di via Cremona, collettivo nato dall’esperienza di un gruppo di giovani che hanno aggregato sfrattati, disoccupati e bisognosi all’interno degli edifici dismessi di una vecchia fabbrica farmaceutica, ieri pomeriggio è sceso in strada per manifestare contro il rischio di sgombero. A metà pomeriggio oltre un centinaio di persone hanno sfilato da via Cremona fino al municipio, passando per tutte le piazze più importanti per dire no allo sgombero. I componenti del collettivo avevano occupato quasi cinque anni fa, con l’obiettivo di dare vita a una realtà nel quale potessero convivere l’assistenza ai più bisognosi, soprattutto agli sfrattati e agli stranieri. "Abbiamo trasformato questi capannoni in disuso in abitazioni per decine di persone senza casa – spiegano gli attivisti –. In questo momento diamo un tetto gratis a 50 persone con ben 20 bambini. Tutte persone che oggi non sarebbero in grado di trovare casa altrove perché non hanno un reddito o non sono in grado di dare garanzie per un affitto".
Se prima della pandemia il loro progetto era di dare vita a un luogo in grado di fare integrazione, fornendo servizi post scuola per i bambini e lezioni di italiano per gli stranieri, con l’emergenza sanitaria lo scenario si è stravolto. Da quasi un anno lo Spazio 20092 è diventato il punto di riferimento per almeno 80 famiglie che settimanalmente ricevono un pacco aiuti. "Ci siamo resi conto che molte persone ci chiedevano generi di prima necessità e vestiti – spiegano ancora i giovani – così ci siamo attrezzati con una rete solidale che ci consente ogni settimana di far fronte alle necessità di queste persone. Forniamo loro vestiti e cibo, anche grazie al supporto della rete di Emergency che ci garantisce parte delle derrate".
Mentre in queste ore il Comune di Cinisello premia il prete dei poveri, don Alberto della vicina parrocchia di San Pietro Martire, le autorità minacciano di sgomberare il collettivo che con i poveri sta lavorando. Il loro peccato originario è di aver occupato abusivamente la fabbrica dismessa che oggi sta per essere posta in vendita dai curatori fallimentari. "È paradossale, perché da un lato riceviamo le telefonate dei servizi sociali che ci chiedono se abbiamo posto per sistemare i senzatetto, dall’altro il Comune rifiuta ogni dialogo con noi – afferma no –. La cosa curiosa è che con il nostro lavoro stiamo facendo risparmiare decine di migliaia di euro al Comune che non sarebbe in grado di alloggiare decine di famiglie e di dare da mangiare ai bisognosi".