Cohousing, la Cabina compie 5 anni. "Poche liti, si sta come in famiglia"

L’esperienza nata a Paderno Dugnano è un modello di funzionalità

Uno dei locali condivisi dagli inquilini della “Cabina” di Paderno Dugnano

Uno dei locali condivisi dagli inquilini della “Cabina” di Paderno Dugnano

Milano, 26 agosto 2017 - Il più "vecchio" ha 35 anni, il più giovane ne ha 24. Sono gli abitanti della “Cabina” uno dei primi progetti di cohousing spuntato alle porte di Milano, a Paderno Dugnano. La prima pietra è stata posata nel 2010 e nel 2012 sono entrati i primi inquilini, Simone Mornati e Mara Moioli. Dalla prima ora ci sono anche Elena, Beppe e Daniele. Hanno partecipato a tutte le fasi, insieme al costruttore e - piantina alla mano - hanno disegnato gli spazi da condividere: una living con cucina, una palestra e spazio gioco, una lavanderia, una tettoia per le bici e hanno evitato il rischio di possibili invidie e contenziosi cromatici curando insieme un giardino verdissimo. Via via la palazzina si è popolata: sono arrivati Alessandro, Roberta e Andrea, Marco e Silvia, Annalisa e Alessandro.

«Quando io e mio marito eravamo alla ricerca della nostra casetta, ci è stato proposta questa realtà – ricorda Silvia -. Ci sembra una possibilità per vivere il condominio come una famiglia. Io conoscevo già la maggior parte dei condomini perché siamo cresciuti nello stesso quartiere ha facilitato la scelta». La Roby, contabile della “Cabina”, tiene la cassa comune: per il salotto - il locale più sfruttato – hanno stabilito un costo simbolico per l’utilizzo. «Dieci euro in inverno e 5 in estate, io tengo i conteggi, dato che lavoro in uno studio di amministrazioni condominiali - racconta -. Addebito o accredito le spese che vengono fatte per lo spazio comune, dai costi per l’utilizzo all’acquisto della cucina. Non c’è un vero e proprio regolamento, ciascuno deve comportarsi come se fosse a casa sua, quindi chi sporca pulisce». Clima sereno, poche scaramucce. «Il concetto di condivisione è fondamentale. Penso che l’approccio di chi scelga queste esperienze sia importante e faccia da scrematura – sorride Simone Mornati, che aveva lanciato l’idea iniziale con l’associazione Vivinsieme -. Per le pulizie abbiamo assunto Waleed, era appena arrivato dall’Egitto in cerca di lavoro, adesso ha la sua piccola impresa ed è diventato un amico della Cabina. La polemica più grossa in cinque anni? Per chiedere più attenzione quando si entra con la bici. Niente di che». I cohabiter sono oculati nelle spese: con 250 euro hanno arredato gli spazi comuni, le spese condominiali sono in linea con le palazzine della zona. «Io arrivo da un’esperienza a casa dei miei genitori, in un condominio di 60 famiglie – ricorda Elena -. Bruttissimi rapporti di vicinato e assemblee condominiali da guerra civile. Qui è diverso. Se scatta un allarme mandi un whatsapp sul gruppo e risolvi i problemi. A volte suoni il campanello anche solo per un saluto perché non ci si incrocia da un po’».

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