Alberto
Mazzuca
Non cambia mai niente. O, se qualcosa cambia, avviene in peggio. A Milano, la città considerata una volta la più europea del Paese, alla vigilia di Natale c’è stata una coda di oltre diecimila persone
davanti al cancello del Pane quotidiano di viale Toscana per avere un pacco con i viveri.
Sconvolgente. La povertà è talmente diffusa nella metropoli lombarda che una famiglia (padre, madre e due figlie) ha dormito per mesi in macchina. Ora il Comune di Legnano ha loro offerto una
sistemazione. Bene, ma sono ancora tanti i poveracci accampati per la notte nei dehors dei ristoranti, distesi su un pezzo di cartone e avvolti da una coperta fin sopra la testa. La realtà è che
Milano è diventata cara e si vive peggio di una volta. Non cambiano poi mai le nostalgie per il passato. E così addirittura il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e la sottosegretaria alla
Difesa Isabella Rauti, hanno ricordato i 76 anni della nascita del Msi sollevando naturalmente le
critiche della comunità ebraica. E il nuovo Governo Meloni, annunciato come se si trattasse di un grande cambiamento nella politica, si sta appiattendo sulle vecchie richieste di Berlusconi sulla
riforma della giustizia. Pensare che non ci sia l’abuso d’ufficio o che un condannato in primo grado possa essere eletto, è davvero uno schiaffo a quel senso di moralità che, bene o male, esiste ancora. Ma il guardasigilli Nordio non si scompone. Anche nel 2023 l’inflazione da noi resterà alta mentre la Cina si è decisa a stimolare l’economia, la Russia ha perso una linea di condotta seria, gli Stati Uniti hanno un deficit più alto delle medie storiche, nel mondo è in corso la ristrutturazione delle catene di fornitura globale, i Paesi mediterranei e mediorientali sono in crisi e l’Europa appare sempre più fragile. Lo
scenario resterà quindi difficile. Accontentiamoci (per ora) della torta speciale senza zucchero
distribuita via social da Letizia Moratti.
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