NICOLA PALMA
Cronaca

Tentata estorsione: Cochis-il Nanun torna dietro le sbarre

Il braccio destro di Vallanzasca avrebbe cercato di costringere un giovane a consegnare 300mila euro

Renato Vallanzasca e Rossano Cochis

Milano, 8 giugno 2016 - Forse si è reso conto di aver fatto il passo più lungo della gamba. Così ha chiesto di riavere indietro quei 100mila euro versati come anticipo per l’acquisto di un appartamento in via della Spiga che in totale ne costava 2,5 milioni. E ne aveva pieno diritto, stando agli estremi della proposta sottoscritta qualche settimana prima. Peccato che F.P. non avesse fatto i conti con due delinquenti incalliti, che hanno preso a minacciarlo per cercare di farsi consegnare 300mila euro, millantando di essere degli avvocati che si erano accollati il debito al posto suo. In realtà, la maschera da rispettabili professionisti l’hanno gettata in pochi minuti: "Se non mi porti 75mila euro il primo febbraio al bar di fronte la banca in piazza Cordusio, tu sarai la nostra garanzia e te ne verrai con noi senza parlare. So dove abiti, so che hai una sorella che va all’università e sappiamo chi è tuo padre: ti conviene portare i soldi e non avvisare la polizia". 

E invece il ventiseienne l’ha avvisata eccome. E all’appuntamento in via Mercanti si è presentato con la "scorta" degli agenti del commissariato Greco-Turro, coordinati dalla dirigente Giorgia Iafrate: così, appena la busta rossa che avrebbe dovuto contenere la prima di quattro rate (in realtà c’erano solo fogli di carta) è passata di mano, i poliziotti sono piombati addosso al pluripregiudicato Gaetano Spera, sessantunenne originario di Cerignola (Foggia), e all’incensurato Simone Biancardi. E il terzo uomo? Volatizzato in mezzo alla folla. Per poco, in realtà. Quattro mesi dopo, gli uomini dell’Investigativa, capitanati dall’ispettore Luigi Negro, sono andati a bussare alla sua porta: in manette è finito Rossano Cochis, 69 anni. Sì, proprio lui, il "Nanun", braccio destro di Renato Vallanzasca, condannato all’ergastolo ma in regime di libertà condizionale dal luglio 2014. Stavolta l’accusa è tentata estorsione, così come per gli altri due sodali; senza dimenticare uno dei proprietari dell’agenzia immobiliare che aveva trattato la compravendita dell’abitazione (e che è padre di Biancardi), indagato in stato di libertà per lo stesso reato. "Nanun" è di nuovo in gabbia, anche se lui nega: era sì in via Mercanti, ma per un incontro di lavoro; per gli agenti, invece, faceva il "palo".