NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, preso il broker della cocaina rosa

Dominicano catturato in Svizzera: deve scontare 8 anni e 8 mesi

Il 35enne è stato bloccato in Svizzera

Milano, 15 maggio 2018 - Magazziniere in una ditta di lavorazione del legno. Una nuova vita in Svizzera da cittadino-modello, con tanto di permesso di soggiorno. Nel Canton Argovia, quello che prende il nome dal fiume Aar: allevamenti, frutteti e industrie fiorenti. Forse Karl Miguel Fernandez Salcedo, dominicano di 35 anni, pensava di averla fatta franca. E invece i carabinieri della Catturandi di via Moscova, coordinati dal capitano Marco Prosperi, lo hanno scovato lì dove si era andato a nascondere, dando poi indicazioni decisive per il suo arresto alla polizia federale di Berna: in carcere da qualche giorno, i rispettivi Ministeri della Giustizia sono già al lavoro per perfezionare l’estradizione in Italia.

Condannato in via definitiva il 6 febbraio scorso a 8 anni e 8 mesi per traffico internazionale di stupefacenti, Fernandez Salcedo è stato almeno per alcuni mesi (dal 24 ottobre al 14 dicembre 2007) uno dei referenti europei del cartello di Santo Domingo comandato dai fratelli Jorge Luis e Joselin Tineo Camilo, grossi importatori di cocaina rosa corallo dalla Bolivia via Spagna; una qualità pregiatissima, molto ricercata in quegli anni e pagata 80-100 euro al grammo. L’organizzazione criminale era in grado di far arrivare ingentissimi carichi di «roba» dal Sudamerica (stiamo parlando di 250-300 chili per spedizione), per poi smistarli tra Olanda e Svizzera con la complicità dei luogotenenti trapiantati nel Vecchio Continente. Uno era Fernandez Salcedo, che, secondo l’indagine della Guardia di Finanza di Varese datata 2009, faceva un po’ di tutto: trattava il prezzo con gli acquirenti finali, si occupava di un appartamento-magazzino per stoccare la droga e consegnava persino le dosi ai clienti eccellenti piuttosto che agli assaggiatori per future forniture.

Un quadro accusatorio confermato in tre gradi di giudizio, come sintetizzato nel verdetto della Cassazione: «Quanto al ruolo concretamente svolto dall’imputato nell’organismo criminale in questione – si legge nel dispositivo pubblicato il 23 febbraio – la Corte, unitamente alla motivazione della sentenza di primo grado, ha sottolineato come il ricorrente avesse svolto non solo il ruolo di trasportatore della sostanza stupefacente ma anche quello di colui che spediva il denaro che serviva per pagare i corrieri, che si metteva a disposizione per incontrarli nelle stazioni di arrivo e accompagnarli nei luoghi di alloggio momentaneo, oltre ad utilizzare l’abitazione di Trecate per custodire la droga e svolgere in prima persona attività di cessione dello stupefacente». Irreperibile sin dai tempi dell’operazione delle Fiamme Gialle, ora il 35enne si trova recluso nel carcere di Lenzburg.