Cocaina in mano ai peruviani, eroina gestita da turchi e albanesi

La migrazione dei pusher da Rogoredo a San Donato "mantenendo invariato il proprio volume d’affari"

"L’operatività delle consorterie straniere nella Regione emergerebbe nei redditizi settori del traffico di stupefacenti, un campo ove quelle di origine albanese e nordafricane ricoprono un ruolo apicale, anche in relazione alla facilità di approvvigionamento derivante dai legami naturali con i Paesi di origine". Nel report sul semestre compreso tra gennaio e giugno dello scorso anno, gli investigatori della Dia si sono concentrati anche sulla criminalità non italiana, attiva soprattutto nello spaccio al dettaglio e nello smercio all’ingrosso di droga.

Storicamente, ragionano gli uomini della Direzione investigativa antimafia, l’importazione dell’eroina è gestita dai turchi, "che la esportano verso il mercato europeo attraverso canali albanesi". Tuttavia, ci sono segnali che fanno pensare che i turchi si siano messi a governare pure l’ultimo passaggio, come dimostrato dall’operazione della Squadra mobile datata 9 aprile 2021: tre in manette, intercettati a bordo di una macchina diretta a Milano con più di 12 chili di "nera". I pusher di strada, invece, sono in gran parte maghrebini: quelli che per anni hanno monopolizzato il boschetto di Rogoredo sono stati costretti dalla pressione delle forze dell’ordine a spostarsi verso la stazione di San Donato Milanese per continuare a distribuire dosi agli ordini dei marocchini del clan Mansouri (smantellato da un blitz della Polfer che ha portato 12 persone in cella), "mantenendo sostanzialmente invariato il volume dei propri affari". Per quanto riguarda invece la cocaina, "i peruviani ricoprono una posizione di assoluto rilievo nell’importazione dello stupefacente: nel corso degli anni, hanno perfezionato una certa capacità nel trasferimento della droga dai luoghi di produzione alla Lombardia e a Milano in particolare".

E poi ci sono gli albanesi, che usano i classici doppifondi nelle auto per trasportare la coca dai porti del Nord Europa alla Lombardia "attraverso una propria rete di trafficanti". Molto più fluida la situazione sul fronte dello spaccio di hashish e marijuana, "che vede coinvolti soggetti di diverse etnie anche estranei ai contesti di criminalità organizzata".

Nicola Palma

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