
Giorgio
Goggi*
È ormai urgente una modifica della legge che ha istituito la Città Metropolitana. Il più grande problema di questa legge è il fatto che i cittadini della Città Metropolitana sono governati da un sindaco che non hanno eletto. Anche a Milano il sindaco della Città Metropolitana è eletto dai soli milanesi. Questo viola l’antico principio cardine della democrazia “no taxation without representation”, recepito anche dalla nostra Costituzione, che vuole che a nessuno sia imposta una tassa se questa non è stata decisa da un consesso ove siedano anche i propri rappresentanti. In verità la legge prevede anche l’elezione a suffragio universale del sindaco della Città Metropolitana, ma perché questo possa avvenire impone “l’articolazione del territorio comunale in più comuni”, ovvero la cancellazione dell’identità del capoluogo. Si tratterebbe comunque di un solo sindaco per capoluogo e resto della Città Metropolitana. Qualche giorno fa, il Centro Studi Grande Milano ha organizzato un’audizione di Arianna Censi, vicesindaco di Milano con delega alla città metropolitana. Arianna Censi ha impressionato tutti per la passione, la competenza, la voglia di fare e la pluralità di iniziative che ha manifestato nel rispondere alla domande. Bene. Ma se ci fosse un conflitto tra Comune e Città Metropolitana, potrebbe la vicesindaco contrapporsi al suo sindaco? Se avesse la necessità di tutelare gli interessi della Città Metropolitana contro quelli del Comune? È evidente che non avrebbe il potere di farlo. Sarebbe giusto ridare un presidente eletto alla sola Città Metropolitana, che si possa contrapporre al sindaco del capoluogo, se necessario.
*Architetto