LAURA LANA
Cronaca

Cinisello, battaglia alla Frank: “Salviamo il metodo Montessori”

“La riqualificazione dell'attuale plesso sarebbe più un danno che un vantaggio”. Scontro in Comune tra il dirigente Luigi Leo e il sindaco Giacomo Ghilardi

Manifestazione genitori scuola montessori Frank Cinisello

Cinisello Balsamo, 9 ottobre 2023 – La manifestazione davanti al municipio dura poco. A fare serata è invece la delegazione della scuola Anna Frank, che viene ricevuta dall’amministrazione.

Un confronto aspro e duro quello che ha visto da una parte il dirigente scolastico Luigi Leo e dall’altro il sindaco Giacomo Ghilardi. Il nodo del contendere è lo stesso degli ultimi mesi: il futuro dell’istituto, che ha al suo interno l’unica scuola pubblica montessoriana a ciclo completo d’Italia.

Il Comune di Cinisello Balsamo ha vinto 15 milioni di euro dalla Regione con un programma, Entangled, che prevede azioni per riqualificare tutto il quartiere Crocetta, scuola compresa. Nella proposta originaria, quella vincitrice del bando, il plesso doveva essere abbattuto per realizzare al suo posto un giardino pubblico: gli studenti sarebbero stati collocati in altre scuole, in particolare in una Lincoln ampliata.

Un’ipotesi che da un lato non reggeva tecnicamente e che dall’altro aveva avuto la contrarietà di un neonato comitato, formato da politici, residenti, anche famiglie della scuola Frank che presentarono 1.200 firme per chiedere che l’edificio restasse in piedi e venisse solo ristrutturato. Un’istanza accolta dall’amministrazione, che quest’estate ha rimesso mano complessivamente al progetto, “salvando” così il plesso.

Eppure a luglio è stata protocollata una proposta proprio da parte della scuola che chiede la costruzione di un nuovo edificio, che possa ospitare le medie (le elementari resterebbero invece all’attuale Frank). Un’ipotesi che assorbirebbe tutte le risorse disponibili, ma non solo: il rischio è quello di sforare il cronoprogramma, perdendo così il finanziamento regionale.

È su questa proposta, però, che è andato in scena questa sera, lunedì 9 ottobre, il duello tra Leo e Ghilardi. “Sono stufo di passare come quello che ha chiuso le porte al confronto. Il progetto protocollato non è stato scritto dal dirigente Leo, ma dall’ex sindaco del Pd Daniela Gasparini. Non è un’accusa, ma sono fatti testimoniati da prove – ha iniziato il sindaco -. Ora capiamo perché il tavolo tecnico era stato chiuso da lui dopo appena due sedute”.

" Avevamo assicurato che ci saremmo impegnati per inserire una funzione scolastica nel Pgt e invece la scuola si è intestardita sull’Ovocultura, cioè su un’area su cui abbiamo criticità giuridiche. E questo era già stato spiegato a Leo”. Si tratta dell’area che è stata oggetto di contenzioso e di una sentenza di primo grado, che ha visto la condanna dell’ex sindaco Siria Trezzi per corruzione urbanistica.

“Non vedo nulla di chiaro sulla linea del dirigente scolastico. Perché si vuole una variante urbanistica? Perché si vuol mandare in causa il Comune? Perché si raccontano e scrivono menzogne, come quella che dislocheremo gli studenti in 9 scuole diverse?”. Domande che Leo ha rigettato come “strumentalizzazione per screditare il percorso della scuola”. “A febbraio ho ricevuto, tramite l’ex preside Daniela Granito, questa ipotesi di Gasparini. Quella che abbiamo presentato è frutto di un lavoro dentro la scuola, con docenti e genitori. Ci sono punti di contatto, è vero, ma non è una proposta scolpita nella pietra. Mi spiace questo attacco personale: non faccio politica, penso al bene della scuola”. Quasi due ore per arrivare a una sintesi, in cui la comunità della Frank ha dovuto accettare che indietro non si torna più: un edificio nuovo di zecca, oggi, non è contemplato e una co-progettazione può solo gestire i lavori che il plesso subirà tra due anni.

“Spostare e dividere gli alunni rischia di uccidere un progetto innovativo, che sta diventando adulto e trovando identità con un gruppo stabile di docenti e famiglie – ha sottolineato una docente -. Abbiamo bisogno di unità e attenzione per una scuola che in modo coraggioso ha scelto metodi innovativi, il Montessori e la scuola senza zaino, che hanno peculiarità e necessità, come non perdere la continuità educativa della fascia 0-6. Già oggi ci sono genitori che ci confessano che vorrebbero iscrivere da noi i loro figli ma, con questi due anni di disagi per i lavori, potrebbero rinunciare perché non sappiamo neanche dire dove saranno collocati. E noi rischiamo di scomparire”. Così, per paradosso, “sarebbe quasi meglio non fare nulla o solo piccoli interventi migliorativi, se una scuola nuova non si può avere”.

Di “danno” parlano genitori e docenti, almeno nel breve periodo. “La soluzione scelta, la riqualificazione, non valorizza i percorsi di eccellenza e l’offerta formativa e non dà la possibilità di apertura al quartiere – ha spiegato Leo -. Si spenderebbero 5 milioni per ristrutturare un edificio che per sua conformazione è lontanissimo dall’idea di scuola che abbiamo oggi. Si fa un investimento sull’edificio più anti-scolastico di tutto il comprensivo”.

Per risorse, tempi, edifici esistenti, oggi l’unica soluzione è ristrutturare la Frank, “che aumenterà gli spazi di mille metri quadri e abbiamo anche ipotizzato una nuova sistemazione del verde pubblico per creare un giardino dedicato al metodo Montessori. Giardino che nella proposta del preside mancava, così come una palestra”, ha sottolineato l’amministrazione.

“I fondi sono per il quartiere, non solo per la scuola. Sono per i residenti, per il centro anziani, per i servizi. Questa è un’opportunità, non un danno da gestire. I disagi ci saranno, ma possiamo trovare insieme soluzioni per minimizzarli. Collaborare però non significa uscire da qui e scrivere alla Regione, avviare petizione, fare documenti e comunicati pieni di bugie, riportare versioni errate, valicare il proprio ruolo. Lo vedremo da domani se volete davvero collaborare“, le ultime parole di Ghilardi.